AFFRONTANO UN VIAGGIO PER ARRIVARE IN EUROPA ATTRAVERSO L'ITALIA
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 10 giu. - In Italia ogni anno
transitano a Roma circa mille minori afghani non accompagnati: li
chiamano "i viaggiatori invisibili", lasciano l'Afganistan per
arrivare al Nord Europa, passando appunto per l'Italia. In mezzo,
un viaggio interminabile e pieno di pericoli. La stima e' di
"L'Albero della Vita", onlus impegnata da 14 anni sul fronte del
disagio minorile, che oggi da' vita ad una conferenza sul tema in
collaborazione con la Commissione Straordinaria per i Diritti
Umani del Senato.
Un'occasione per lanciare un appello alle parti sociali e alle
istituzioni a tutti i livelli affinche' si dia la massima
attenzione possibile a questo problema e si trovino idonee
soluzioni in termini di normativa di diritto d'asilo e di
pratiche d'accoglienza.
Quello dei minori afgani non accompagnati - viene detto - e' un
viaggio lungo 5000-6000 km, che puo' durare da alcuni mesi a
diversi anni. Generalmente maschio, il "viaggiatore invisibile"
ha tra i 15 e i 17 anni, a volte e' orfano ma piu' spesso ha un
genitore in vita: alla base della scelta di partire spesso c'e'
una decisione sollecitata dagli stessi genitori, che con grande
sofferenza stimolano i figli ad allontanarsi da un contesto di
grave rischio e disagio, dove i diritti fondamentali dei minori
sono sistematicamente violati.
Prima tappa del viaggio e' quasi sempre l'Iran (o anche il
Pakistan), paese dove i minori si fermano illegalmente anche per
mesi, alla ricerca di un lavoro e di soldi che servono per pagare
i trafficanti di esseri umani che controllano i viaggi verso
l'Europa. Una volta pagati i trafficanti, inizia il viaggio verso
Ovest: i minori attraversano la Turchia, poi la Grecia e
l'Italia, vivendo un'esperienza che mette a dura prova la loro
stessa sopravvivenza. Obbligatorio - continua l'analisi di
"L'Albero della vita" e' il passaggio, spesso a piedi per evitare
i posti di blocco, delle montagne tra Iran e Turchia: dal confine
turco a Istanbul sono centinaia di chilometri attraverso il cuore
dell'Anatolia, torrido d'estate e gelido d'inverno. Un percorso
lunghissimo e traumatico, che spesso inizia con una detenzione
forzata di diversi giorni nei doppi fondi di camion e autobus in
attesa che i trafficanti ricevano la conferma dell'avvenuto
pagamento del viaggio da amici e parenti dei ragazzi. Ma il
momento peggiore arriva subito dopo, quando i migranti sono
costretti ad attraversare il tratto di mare tra Turchia e Grecia
con piccoli gommoni, in piena notte e in balia delle correnti,
con il rischio di essere intercettati dalla polizia turca o
bloccati dalle condizioni del mare. In Grecia si prosegue verso
Patrasso, dove i minori restano anche mesi e mesi in attesa di
imbarcarsi di nascosto su un traghetto per l'Italia (soprattutto
Bari, Ancona, Venezia), nascondendosi in camion e container o
aggrappandosi ai semiassi degli automezzi.
(Wel/ Dire)