FENOMENO IN CRESCITA IN PARTICOLARE NELLA FASCIA 15-17 ANNI
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 10 giu. - Piu' della meta' dei
bambini che lavorano sono impiegati in forme di lavoro
pericoloso. Lo rivela l'Ilo in un'indagine presentata in
occasione della Giornata mondiale contro il lavoro minorile 2011.
Su un totale di 215 milioni di bambini lavoratori, 115 milioni
sono impiegati in mansioni a rischio. Il rapporto intitolato
"Bambini nei lavori pericolosi: quello che sappiamo, quello che
dobbiamo fare", cita una serie di studi realizzati nei paesi
industrializzati e in quelli in via di sviluppo, che indicano
come ogni minuto un bambino che lavora sia vittima di un
incidente, di una malattia o ancora di un trauma psicologico
legato alla sua attivita' professionale.
Dallo studio emerge, inoltre, che il numero totale di bambini
dai 5 ai 17 anni che fanno lavori a rischio sia diminuito tra il
2004 e il 2008, anche se nella fascia d'eta' 15-17 anni si e'
registrato un aumento del 20% e i ragazzi impiegati in mansioni
pericolose sono passati da 52 a 62 milioni. "Malgrado gli
importanti progressi di questi ultimi dieci anni, il numero dei
bambini che lavorano, e notoriamente anche in situazioni di
pericolo, resta elevato- sottolinea il direttore generale
dell'Ufficio internazionale del Lavoro (Bit) Juam Somavia- i
governi, i datori di lavoro e i lavoratori devono collaborare per
far applicare le misure necessarie a mettere fine al lavoro
minorile. La persistenza di questo fenomeno chiama in causa anche
il modello di sviluppo predominante. Mettere fine alle forme di
lavoro che mettono in pericolo la sicurezza, la salute e la
moralita' dei bambini deve costituire una priorita' per tutti
noi".
Lo scorso anno l'ultimo rapporto dell'Ilo registrava gia'
alcuni progressi in vista dell'eliminazione delle forme peggiori
di lavoro minorile, anche se esprimeva preoccupazione per la
crisi economica che ostacolava il raggiungimento di questo
obiettivo entro il 2016. Nel rapporto 2011 l'organizzazione si
dice "estremamente preoccupata" per l'impatto della crisi sui
minori.
L'Ilo chiede inoltre di "rinnovare gli sforzi per fare in modo
che "ogni bambino possa andare a scuola almeno fino all'eta'
prevista dalla legge per lavorare". E aggiunge che "devono essere
prese rapidamente delle misure per contrastare i lavori
pericolosi fatti dai bambini, che non sono in grado di far fronte
ai rischi sul luogo di lavoro". "Ogni paese deve stilare una
lista di lavori rischiosi- continua l'Ilo- e mettere in atto
azioni di formazione per i giovani lavoratori per renderli
coscienti dei rischi, ma anche dei loro diritti e delle loro
responsabilita' sul posto di lavoro". Il rapporto segnala,
inoltre, che l'esposizione ai rischi puo' avere effetti
particolarmente gravi sui bambini, il cui corpo e in pieno
sviluppo. Gli autori sottolineano anche che il problema del
lavoro minorile non riguarda solo i paesi in via di sviluppo ma
anche gli Stati Uniti e l'Europa.
(Wel/ Dire)