(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 3 giu. - Il garante regionale
per l'infanzia e l'adolescenza? Ancora poco presente e senza un
ruolo specifico. Una figura su cui le regioni hanno legiferato,
ma senza poi nominarla effettivamente: lo ha evidenziato con una
nota Unicef Italia, durante l'incontro "Il ruolo dei Garanti per
l'infanzia e l'adolescenza. Le prospettive nazionali e
regionali", presso l'Auditorium Unicef Italia, a Roma.
Se ad oggi "un garante risulta operativo in Friuli Venezia
Giulia, Veneto, Marche, Lazio, Molise, Liguria, Calabria e
provincia autonoma di Bolzano", in Friuli "e' avvenuta la
soppressione di questa figura", riferisce Unicef Italia: dal 1°
gennaio di quest'anno, infatti, sono state "abrogate le
disposizioni riguardanti il tutore dei minori esercitate fino ad
allora, in via transitoria, dal presidente del Consiglio
regionale". La funzione di garante e' ora "sovraintesa
dall'apposita struttura di riferimento, istituita presso la
Direzione centrale istruzione, universita', ricerca, famiglia,
associazionismo e cooperazione, con articolazione nel territorio
regionale.
Ancora, in Liguria, "in via transitoria e fino all'effettiva
istituzione del Garante per l'infanzia, e' il difensore civico ad
esercitare le sole funzioni di garanzia e tutela dei diritti dei
minori". Succede anche nelle Marche, dove la figura del garante
"e' stata accorpata a quella del difensore civico regionale e del
garante dei diritti dei detenuti", dal 2008. E se in Campania il
garante e' stato operativo dal maggio 2008 all'agosto 2010 ("si
e' ora in attesa della nuova nomina"), nella provincia autonoma
di Trento e' stata approvata nel 2009 una legge che abroga la
normativa che nel 2007 istituiva il garante, assegnandone i
compiti al difensore civico.
Continuando a sostenere la presenza dei garanti regionali,
parallelamente al lavoro per istituire una figura in ambito
nazionale, Unicef Italia ricorda "l'istituzione, ancorche'
sporadica, di garanti dei diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza a livello provinciale, per esempio nella
provincia di Foggia, di Cagliari, di Nuoro e/o a livello
comunale, ad esempio in alcuni municipi del comune di Roma".
Infine, Unicef segnala una frequente "disomogeneita' tra le
leggi regionali istitutive del garante relativamente alla nomina,
alle funzioni, alla struttura e al coordinamento con la figura
del futuro garante nazionale".
"Non e' mai troppo presto per suscitare una presa di coscienza
degli adulti, ma soprattutto dei ragazzi. Scontiamo il paradosso
di un eccesso di informazione: si occupano dei minori
trasmissioni televisive che trattano cronaca, sport, spettacolo,
ma chi si preoccupa del sentire dei ragazzi?", si e' chiesta
Maria Giovanna Irene Fusca, componente del consiglio direttivo di
Unicef Italia, auspicando un maggiore protagonismo "della
famiglia e della scuola nella cura dei diritti dei minori:
ascolto, partecipazione, non discriminazione". Quest'attenzione -
ha rilevato - "viene sollecitata sul territorio dai garanti
regionali".
(Wel/ Dire)