(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 14 gen. - Meno di un giovane
milanese su cinque (il 18,8%) ha un contratto a tempo
indeterminato. Mentre solo il 20% ha una un lavoro che
corrisponde al titolo di studio e buona parte di loro e'
disponibile ad andare a "cercar fortuna" all'estero. Il rapporto
tra i giovani milanesi e il mondo del lavoro sembra abbastanza
"disincantato": al bando i sogni e le aspirazioni personali, in
una realta' sempre piu' precaria e flessibile, per il 50,2% dei
giovani milanesi quel che conta e' lo stipendio. "Il rapporto con
il lavoro mi pare quasi utilitaristico: il lavoro e' un mezzo per
fare altro, la vita e' altrove - dice Danilo Galvagni, segretario
generale della Cisl di Milano-. E questo e' un problema su cui
dovremmo interrogarci tutti: parti sociali e istituzioni". È
questo il quadro che emerge da un'indagine commissionata da "Job"
(mensile free press promosso dalla Cisl di Milano) a S&G
Kaleidos, che sara' pubblicata sul numero di gennaio del
giornale, in distribuzione martedi' 18.
Nella fascia d'eta' tra i 18 e i 34 anni, fra chi ha un lavoro,
solo il 18,8% ha un contratto a tempo indeterminato. Tutti gli
altri si dividono tra contratti a tempo determinato/a termine
(27,4% ), a progetto/di collaborazione (22,2%), interinale
(12,2%). Il 5,1% lavora in nero.
Solo il 20,5% svolge una professione che corrisponde al proprio
titolo di studio. Per il 35,9% si tratta di una coincidenza
"parziale" mentre il 36,6% degli intervistati e' finito a fare
tutt'altro. Per questo motivo un giovane milanese su due (48,4%)
ha dichiarato di essere disponibile ad andare a lavorare
all'estero. Ha detto "no" il 41,4%.
(Wel/ Dire)