(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 14 gen. - "A un anno dal
terremoto i bambini sono ancora sofferenti e continuano a
scontare le conseguenze del sisma. Circa 500 mila sono ancora
costretti a vivere nei campi. Insieme alle migliaia di altri che
vivono negli slum, in mancanza di servizi sociali e di forze di
polizia, sono esposti quotidianamente al rischio di abusi,
violenze, sfruttamento e di contrarre il colera. Alcuni di questi
bambini, almeno 3 mila, sono tuttora soli e senza familiari". Con
queste parole di Valerio Neri, direttore generale di Save the
Children Italia, 'celebra' l'anniversario del terremoto che il 12
gennaio 2010 colpiva Haiti. Giusto un anno fa, dunque. E
"nonostante tutte queste sfide - continua Neri -, Save the
Children, che e' presente ad Haiti da oltre 30 anni, continua a
lavorare e in questo anno ha prodotto miglioramenti reali nella
vita di centinaia di migliaia di famiglie e bambini haitiani,
aiutando 870 mila tra adulti e minori. Abbiamo iniziato a
ricostruire alcune scuole secondo criteri anti-sismici e
anti-uragano, come l'Istituto Abeillard a Leogane. Abbiamo aperto
piu' di 80 cliniche e centri sanitari, anche per fronteggiare
l'epidemia di colera. Stiamo facendo il massimo per proteggere i
bambini coinvolgendo le comunita' e identificando e
ricongiungendo i minori soli: finora, con un lavoro complesso e
faticoso e anche grazie ai fondi italiani della Commissione per
le Adozioni Internazionali ne abbiamo riuniti con i genitori o
altri familiari 1.100. Stiamo inoltre aiutando migliaia di
famiglie ad avere di nuovo un lavoro e una fonte di reddito e di
sussistenza".
I numeri. Sono 230 mila le persone rimaste uccise a causa del
sisma, 400 mila le case distrutte (circa il 15% nella regione di
Petit Goâve, il 40-50% in alcune parti di Port-au-Prince, 50-60%
a Jacmel e l'80-90% a Le'ogâne) ; 2 milioni gli adulti e i
bambini senza casa, distribuiti in 1.325 campi a Port-au-Prince,
Jacmel, Le'ogâne, Petit e Grande Goâve. Attualmente si stimano in
circa 1 milione le persone ancora nelle tende, di cui circa 500
mila bambini.
Quanto al lavoro di Save the Children, secondo il Rapporto "I
bambini di Haiti 1 anno dopo. Un paese al bivio", come detto sono
870 mila i minori e gli adulti che hanno ricevuto finora aiuto
dall'organizzazione dopo il terremoto, nell'ambito di interventi
e programmi per la salute, l'istruzione, la protezione, la
fornitura di ripari, di cibo, di lavoro e mezzi di sostentamento,
di acqua e servizi igienici. Fino a 1.200 gli operatori
dell'organizzazione all'opera in questi mesi.
Cosa fare. L'obiettivo e' il 10% degli haitiani aiutati da
Save the Children entro il 2015. "Nonostante le inaccettabili
condizioni di vita di tantissimi haitiani, la mancanza di lavoro
e di servizi di base, alcune cose sono cambiate e migliorate dopo
il terremoto, anche grazie al lavoro di Save the Children -
afferma ancora Valerio Neri -. Un numero maggiore di haitiani ha
accesso all'acqua potabile. Donne incinta e in allattamento che
non avevano mai ricevuto cure adesso possono rivolgersi a un
medico, a delle infermiere o ad un'ostetrica. La possibilita' di
avere cure mediche ha fatto capire a molte persone come sia
possibile stare meglio e come curarsi".
"Adesso - conclude - la sfida e' fare della ricostruzione e
della ripresa post terremoto un grande, prioritario e assoluto
impegno nazionale. E' necessario anche che permanga un'attenzione
internazionale e che i donatori istituzionali entrino subito in
contatto con quelli che saranno i nuovi eletti dalle elezioni,
assicurando il prosieguo degli aiuti e degli stanziamenti. Questi
dovranno essere finalizzati a un'uscita dai campi degli haitiani,
a un loro ricollocamento e alla ricostruzione delle loro vite.
L'Haiti che vogliamo deve essere migliore della precedente. Come
Save the Children abbiamo approntato un piano quinquennale, con
l'obiettivo di raggiungere e sostenere il 10% della popolazione
haitiana, per un totale di 1 milione di persone, con particolare
attenzione ai bambini e alle famiglie piu' vulnerabili".
(Wel/ Dire)