LE ASSOCIAZIONI "PUNTO DI PARTENZA" E "MERAVIGLIOSAMENTE"
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 25 feb. - Lamentano l'assenza di
centri di accoglienza adeguati, i pochi servizi, i progetti
inesistenti e la scarsa attenzione mediatica nei confronti dei
bisogni reali di chi, direttamente o indirettamente vive il
disagio mentale. Sono i genitori e i fratelli di chi soffre una
disabilita' mentale.
Dai loro occhi, tristi ma con ancora un filo di speranza,
traspare tutto il carico di sofferenza che e' legato alla storia
di un figlio o fratello con disagio psichico.
"La salute mentale e' diventata la ruota di scorta che non
interessa a nessuno. Per i nostri cari non esistono protocolli.
Manca tutto. Non possiamo affidare i nostri figli solo ai farmaci
e affidarli, nei casi di crisi, ai trattamenti sanitari
obbligatori(vedi lancio successivo) che isolati non servono a
niente - dicono in coro -. Servono risorse umane impiegate in
progetti seri e continuativi, equipe multidisciplinari e tecnici
riabilitativi in grado di accompagnare e seguire attentamente
coloro che sono affetti da un disagio psichico".
Le associazioni dei genitori che incontro sono due:
l'associazione "Punto di partenza" e l'associazione
"Meravigliosamente".
"Sono una mamma palermitana di un figlio schizofrenico e grido
tutta la mia disperazione per l'assenza delle istituzioni nei
nostri confronti - dice con forza Annamaria Esposito -. Lo scorso
7 febbraio si e' lanciato per la terza volta dalla finestra del
quarto piano il figlio di una nostra associata e questa volta e'
morto! Anche mio figlio nel 2005 si e' lanciato dal nono piano,
ma Gaspare e' rimasto miracolosamente illeso. Adesso dopo tanto
penare, mio figlio dallo scorso giugno e' stato accolto nel Cta
(comunita' terapeutica assistita) di Zafferana Etnea (Ct), dove
sta bene. Il problema di noi genitori e' che mancano i progetti,
importanti e necessari per un percorso di salute mentale".
"Dobbiamo abbattere il muro di silenzio, la completa
disinformazione e tutti i pregiudizi che ci sono nei confronti
della salute mentale - afferma pure M.Concetta Reina, presidente
dell'associazione 'Meravigliosamente' -. Sappiamo che i tentati
suicidi non fanno notizia. E anche nel caso del ragazzo che e'
morto il 7 febbraio, la sua morte e' passata inosservata".
"La prima cosa da dire e' che c'e' un forte scollamento fra il
comune, l'azienda sanitaria provinciale e gli altri enti locali -
sottolinea Valeria Di Cristina, presidente dell'associazione
'Punto di Partenza' -. Manca la reale presa in carico dei nostri
figli che per essere proficua deve presupporre un coordinamento
tra le istituzioni che non esiste".
"Oltre a passeggiare e dormire i nostri cari devono essere messi
in condizione di vivere - continua Tommaso Saputo -. C'e' chi
riesce ad esprimersi attraverso manifestazioni artistiche, chi,
invece preferisce dedicarsi ad altre attivita' manuali. Occorre
che le istituzioni ci supportino in questo senso, impiegando i
nostri figli in percorsi di recupero che vadano in parallelo con
i trattamenti sanitari". "Il bisogno dei pazienti non e' univoco
ma occorrerebbe avere dei programmi di cura personalizzati che
sono costosi per la sanita' - sottolinea Paolo Mori -. Pero' non
possiamo rimanere soli con il nostro dramma, circondati da
offerte di professionisti privati che nessuno si puo' permettere
di pagare".
Tra i genitori con un'esperienza diversa c'e' Anna Padiglione
che spera che il suo possa diventare un modello da seguire non
con fondi privati ma con risorse pubbliche. "Dopo vent'anni di
cure, in assenza di strutture pubbliche adeguate, mi sono data
molto da fare per cercare una soluzione per mio figlio. Sono
stata a Trento dove ho preso coscienza di come operano famiglie e
istituzioni nei confronti delle persone con disagio psichico -
dice -. Ho capito che l'unica cosa da fare era apprendere
dell'esistenza di altri modelli organizzativi presenti fuori
dalla Sicilia. Adesso Rino riesce a vivere da solo perche' gli
abbiamo creato il suo 'mondo'; vive da quattro anni in una
piccola fattoria a Casteldaccia ed e' migliorato grazie alla sua
dedizione agli animali. Ha preso coscienza della sua malattia, da
sette anni non ha avuto piu' ricoveri, si cura e va dal medico da
solo - continua -; e' in grado di autogestirsi anche se
continuiamo a seguirlo a distanza".
(Wel/ Dire)