A LIVELLO GLOBALE FEMMINE PIÙ INDIETRO RISPETTO AI MASCHI
ROMA - Gli adolescenti segnano il passo in ambito scolastico: ad
oggi, nel mondo, oltre 70 milioni di ragazzi "in eta' di scuola
media non la frequentano e, a livello globale, le femmine sono
ancora indietro rispetto ai maschi in termini di partecipazione
alla scuola secondaria". Senza istruzione, "non possono
sviluppare le conoscenze e le capacita' di cui hanno bisogno per
affrontare i rischi di sfruttamento, di abuso e di violenza, che
risultano piu' alti proprio nel secondo decennio di vita". Quindi
soltanto investendo sul futuro degli 1,2 miliardi di adolescenti
tra i 10 e i 19 anni che vivono nel pianeta - l'88% dei quali in
Paesi in via di sviluppo - "si possono interrompere cicli
radicati di poverta' e disuguaglianza". Lo evidenzia l'Unicef nel
suo Rapporto 2011 sulla condizione dell'infanzia nel mondo,
intitolato "Adolescenza: il tempo delle opportunita'".
Nel nostro Paese la ricerca viene consegnata ufficialmente
stamane alle 11,30 da Vincenzo Spadafora, presidente di Unicef
Italia, al cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza
episcopale italiana, presso l'Aula Magna della Cei, che proprio
quest'anno ha inaugurato un decennio focalizzato sull'emergenza
educativa. Urgenza posta dalla Chiesa all'attenzione dei vescovi
e dei sacerdoti, dei religiosi e delle famiglie, dei laici e
degli educatori, degli insegnanti e di coloro che sono impegnati
nel servizio pastorale alle nuove generazioni. E per raggiungere
ulteriormente gli adolescenti di tutto il mondo, oggi l'Unicef
rilancia "Voices of Youth" (Voy), sito web fatto dai giovani per
i giovani che si occupa di temi di portata globale
(http://www.voicesofyouth.org/).
"Negli ultimi due decenni, forti investimenti hanno prodotto
dei miglioramenti enormi per i bambini fino a 10 anni. Il calo
del 33% nel tasso globale di mortalita' sotto i 5 anni dimostra
che si sono salvate molte piu' giovani vite, che nella maggior
parte delle regioni le bambine hanno quasi le stesse probabilita'
di frequentare la scuola primaria rispetto ai loro coetanei di
sesso maschile, e che adesso milioni di bambini beneficiano di un
migliore accesso all'acqua potabile e a cure essenziali come le
vaccinazioni di routine", ha rilevato Vincenzo Spadafora,
presidente dell'Unicef Italia, che ha aggiunto: "In Brasile, per
esempio, tra il 1998 e il 2008 si e' salvata la vita a 26 mila
bambini di meno di un anno, determinando una netta diminuzione
della mortalita' infantile. Nello stesso decennio, pero', 81 mila
adolescenti brasiliani tra i 15 e i 19 anni sono stati uccisi".
"L'adolescenza rappresenta un punto di svolta, un'opportunita'
per consolidare i progressi compiuti nell'ambito della prima
infanzia, che altrimenti si rischierebbe di vedere cancellati",
ha dichiarato Anthony Lake, direttore generale dell'Unicef,
auspicando una maggiore attenzione "su come raggiungere gli
adolescenti, e soprattutto le adolescenti, investendo
nell'istruzione, nella salute e in altre misure volte a
coinvolgerli nel processo di miglioramento delle loro condizioni
di vita". I rischi, numerosi, sono dietro l'angolo: interruzione
del ciclo scolastico, disoccupazione (nel 2009 ne soffrivano 81
milioni di giovani), infortuni, cattiva alimentazione, uso di
droghe, disagio mentale o comportamentale (si stima che ne soffra
un adolescente su 5), sfruttamento, abusi sessuali, piu' alta
incidenza di Hiv, violenze come il lavoro domestico e il
matrimonio precoce, soprattutto per le ragazze: infatti nei Paesi
in via di sviluppo (Cina esclusa), "le adolescenti povere hanno
circa il triplo di probabilita' di sposarsi prima dei 18 anni
rispetto alle loro coetanee appartenenti al quintile delle
famiglie piu' ricche. Le ragazze che si sposano troppo presto
rischiano maggiormente di cadere in un ciclo negativo di
gravidanza precoce, di tassi elevati di mortalita' materna e di
malnutrizione infantile", evidenzia il Rapporto.
(Wel/ Dire)