ROMA, COSÌ MUORE LUNEUR, TRA DEGRADO E OBLIO
IL PARCO GIOCHI CAPITOLINO ORMAI ALLO SFASCIO
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 18 feb. - Erbacce e vegetazione
fitta, cumuli di rifiuti. Degrado.
L'elefantino sta li' da solo, seduto in mezzo al nulla. Intorno a
lui, in una situazione 'fotografata' dall'agenzia Dire, i tetti
crollano contrapposti a scheletri di altre costruzioni che
vengono su e si fermano a un passo dalla fine. Il silenzio ha
preso il posto di schiamazzi e risate. Le giostre non girano
piu', forse riescono solo a cigolare mosse dal vento, e a
rincorrersi sono rimasti animali randagi, cartacce e foglie
secche. E mentre sabato scorso e' partita una raccolta firme,
l'attesa e' per il Tar del Lazio perche' faccia almeno un po' di
chiarezza smuovendo le acque.
E' ancora calma piatta sul versante Luneur, ormai in una
situazione piu' immobile delle giostre che stanno la',
abbandonate e fatiscenti a tre anni dalla chiusura del parco
divertimenti piu' antico d'Italia. E 150 famiglie, quelle che
avevano investito nella struttura fin da quando nel 1961 il parco
e' diventato permanente, si trovano in crisi. Senza guadagno e
senza prospettive, senza aver avuto la possibilita' di fare
manutenzione sugli impianti, la maggior parte ormai pericolante e
da smantellare. Il divertimento vive solo nel ricordo della
gente, degli abitanti del quartiere, dei ragazzi che hanno
passato l'adolescenza tra pesciolini rossi e giri sul rotor.
Basta digitare su facebook per rendersi conto di quanti sono i
gruppi nati per supportare la riapertura di quello che era il
cuore gioioso di Roma, quando i centri commerciali non c'erano
ancora e il sabato pomeriggio 'tutti al Luneur dopo scuola', le
giostre battono il cinema uno a zero.
A rilanciare la questione 'Luneur' ci hanno pensato nei giorni
scorsi due consiglieri del Municipio XII, Matilde Spadaro e
Vincenzo Vecchio, animatori del movimento 'Atuttaleur' che, dopo
la "prima vittoria" relativa al ritiro del progetto F1, si sta
impegnando per arrivare alla riapertura del parco. La raccolta
firme e' solo al primo atto ("E' stata raggiunta quota 400") ma i
cittadini dell'Eur non hanno intenzione di tirarsi indietro
mentre e' partito il conto alla rovescia per la sentenza del Tar.
Attesa prima per l'11 novembre 2010, poi rinviata al 25 gennaio
scorso quando i giudici amministrativi si sono riservati una
decisione entro sessanta giorni, ovvero per la fine di marzo.
Il ricorso, presentato dai sub concessionari, riguarda la
validita' del bando che ha assegnato la locazione del parco a
Cinecitta' Entertainment, risultata vincitrice nel giugno del
2008 ed entrata poi a condurre il gioco prevedendo un
investimento di circa 16 milioni di euro. Ma in campo c'e' anche
La Luneur Park Spa, titolare del contratto di locazione dal
febbraio 2008 e in possesso dell'area dal 30 luglio 2009. E se il
Tar dovesse dare un giudizio di non validita' si potrebbe aprire
"uno scenario drammatico", come spiega, all'agenzia Dire, Saverio
Pedrazzini della Luppro, societa' che ha gestito il luna park dal
1961 fino al 31 dicembre del 2007, quando e' scaduta la
concessione da parte di Eur spa.
La denuncia di Pedrazzini e' chiara: "Non e' stato presentato
alcun progetto da Cinecitta' Entertainment, non si capisce con
quali basi hanno vinto il bando di gara, visto che dovevano
presentare un progetto preliminare e la riorganizzazione delle
attrazioni, il business plan: tre punti legati al bando di gara
pena la non ammissibilita'. Alla fine questi non sono stati
considerati mentre si e' dato credito alla lettera a latere,
nient'altro che cambiamento del bando di gara, con la firma di un
nuovo contratto di locazione".
Solo una delle recriminazioni di chi al Luneur ha legato la
propria vita e fino all'ultimo ha cercato di non vederlo morire
lentamente. Proprio la Luppro, anche dopo la fine della
concessione nel 2007, aveva tentato di rientrare in corsa.
"Avevamo presentato un progetto all'Eur spa con investimenti per
20 milioni di euro per le attrazioni, di 6 milioni per la
riqualificazione del parco, e nel frattempo, in attesa di avere
un parere favorevole, avevamo gia' effettuato interventi
preliminari. Addirittura- continua Pedrazzini- ci fu un tavolo a
cui portammo anche una ditta costruttrice e presentammo una
proposta salvaguardando gli operatori che gia' c'erano. L'Eur
spa, pero', ha ritenuto non interessante il progetto e ha
predisposto il bando di gara. La conseguenza? E' sotto gli occhi
di tutti: un parco chiuso da tre anni e 150 famiglie a spasso".
La richiesta, stando cosi' le cose, non e' difficile da intuire.
"Vogliamo riaprire il Luneur, devono darci delle risposte". Anche
chi finora "non ha mai voluto prendere iniziative, come
l'informatissimo sindaco Alemanno". L'ultimo incontro con Eur spa
e l'ad Riccardo Mancini c'e' stato "due mesi fa, durante una
presentazione del progetto di F1". Pedrazzini, sempre all'agenzia
Dire, ricorda: "Mi avvicinai al loro tavolo e feci vedere una
copia della mozione presentata al Comune da Andrea Alzetta.
Mancini disse che lui si era rivolto alla magistratura, io
risposi che l'avevo fatto con un esposto in procura per conoscere
le modalita' di applicazione del bando di gara". Gia', perche'
oltre al ricorso al Tar e all'esposto, esistono mozioni e una
interrogazione parlamentare presentata il 12 gennaio scorso al
ministro dell'Economia (che detiene il 90% di Eur spa)
addirittura dalla Lega Nord, a firma di Paolo Grimoldi. Tanto
rumore, al momento per nulla. Roma e il parco attendono, e ormai
sono quasi tre anni.
(Wel/ Dire)
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