RISULTATI INDAGINE HBCS SU 3.319 RAGAZZI TRA 11 E 15 ANNI.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 18 feb. - Piu' di un adolescente
su quattro, in Emilia-Romagna, presenta comportamenti a rischio e
considera non soddisfacente la propria condizione psicofisica. E'
quanto emerge dall'indagine multicentrica internazionale Health
behaviour in school-aged children (Hbsc), condotta su un campione
3.319 ragazzi emiliano-romagnoli di 11, 13 e 15 anni. I risultati
sono stati presentati ieri, all'Auditorium della Cassa dei
Risparmi di Forli', nel corso del congresso "Beneficio
psicofisico e comportamenti a rischio in adolescenza",
organizzato dal dipartimento di Sanita' Pubblica dell'Ausl di
Forli', nell'ambito ciclo di convegni sul tema "Le sorveglianze
sugli stili di vita", promossi dalla Regione Emilia-Romagna.
Il convegno, tuttavia, non e' stato solo l'occasione per
esaminare i dati evidenziati dallo studio, ma, soprattutto, un
utile momento per riflettere sulle opportune strategie
d'intervento, sintetizzabili in quattro punti: affrontare i
problemi nei contesti di vita, inserire le diverse azioni in un
quadro generale di promozione di stili di vita sani e scelte
informate, e, soprattutto, cercare, in quanto adulti, di "essere
testimoni piuttosto che maestri", cioe', "belle persone che
l'adolescente possa prendere a modello", come ha ricordato
Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra e psicoterapeuta, docente
di psicologia dinamica all'Universita' Bicocca di Milano.
Per quanto riguarda il quadro delineato dallo studio, si e'
affrontato innanzitutto l'aspetto della "Qualita' della relazione
nei contesti di vita degli adolescenti", ovvero famiglia e
scuola. Sotto il primo aspetto, l'indagine mostra come al
crescere dell'eta' aumenti la quota di ragazzi che ritengono
problematico parlare coi propri genitori. A 11 anni, il dialogo
con la figura paterna risulta facile o molto facile nel 67% dei
casi, percentuale che arriva all'85% per quello con la madre,
mentre a 15 anni oltre la meta' degli intervistati ritiene
difficile il rapporto col padre, e uno su tre quello con la
madre.
Anche a quest'eta', quindi, risulta piu' facile relazionarsi
con la madre (68%) rispetto che col padre (44%). Analizzando il
dato secondo la variabile di genere, le femmine hanno maggiori
problemi a parlare col padre rispetto ai maschi, e la forbice si
allarga all'aumentare dell'eta': la differenza e' intorno al 12%
a 11 anni e balza al 22% a 15 anni. Non e' cosi', invece, nei
rapporti con la madre, come testimonia lo scarto di appena il 2%.
Passando alla scuola, anche in questo caso il rapporto tende a
peggiorare con l'eta'. Il dato che piu' colpisce, pero', e'
l'elevata percentuale di chi dichiara che la scuola "non gli
piace tanto" o "non gli piace per nulla": ha espresso tale
giudizio oltre il 44% dei tredicenni e il 43% dei quindicenni.
Percentuali che inducono a riflettere dal momento che, di solito,
ragazzi con un rapporto difficoltoso verso la scuola corrono
rischi maggiori in termini di problematiche comportamentali,
marginalita', rifiuto da parte del gruppo. Per quanto riguarda il
bullismo, il fenomeno sembra decrescere col progredire dell'eta',
tuttavia il 14% degli undicenni, quasi il 10% dei tredicenni, e
il 6% dei quindecenni dichiara di essersi dovuto confrontare, se
pur in diversa misura, con tale esperienza.
Sempre all'interno della "Qualita' della relazione nei
contesti di vita", si e' esaminata la percezione che gli
adolescenti hanno della propria salute. Mediamente il dato e'
positivo, visto che la considera buona o eccellente il 91% degli
udicenni, il 90% dei tredicenni e l'86% dei quindicenni, tuttavia
la maggioranza del campione (dal 72% degli undicenni all'83% dei
quindicenni) denuncia di avvertire sintomi di malessere (mal di
testa, mal di stomaco, mal di schienaà ), da una volta al giorno
a una alla settimana, in contraddizione, quindi, con la
percezione positiva prima indicata. Elevata anche la percentuale
di ragazzi che dichiarano di aver assunto farmaci nell'ultimo
mese, pari al 65% (57% dei maschi, 72% delle femmine). La
propensione all'uso di medicinali che alterino o ripristino un
equilibrio alterato e' indicatore di una piu' generale ricerca di
soluzioni "miracolose" al disagio.
Proprio con riferimento al capitolo sostanze, durante il
congresso si e' affrontato il nodo dell'atteggiamento degli
adolescenti verso fumo, cannabis, e alcol. L'abitudine tabagica
tende a crescere con l'eta', passando dall'11% dei ragazzi di 11
anni al 23% di quelli di 15 anni. L'iniziazione al fumo avviene a
13 anni, e i motivi che spingono ad accendere la sigaretta sono
in larga maggioranza la volonta' di sentirsi "piu' grande" o di
far parte di un gruppo. E' per questo che si e' deciso di
effettuare interventi educativi in fasce d'eta' sempre piu'
precoci (3-6 anni), attraverso il racconto di favole,
filastrocche, o rappresentazioni dirette a dipingere il fumo come
un inquinante. Per quanto riguarda l'alcol, il consumo cresce dal
33,47% degli undicenni al 79,11% dei quindicenni; fra questi il
6,28% dichiara di bere ogni giorno, e il 25,88% ogni settimana.
Il 13,58% dei quindicenni, inoltre, ammette di essersi ubriacato
almeno due volte nella vita, contro l'1,2% del undicenni e
l'1,93% dei tredicenni. Sempre i quindicenni sono particolarmente
esposti a una delle modalita' di consumo piu' a rischio, il
cosidetto "binge", ovvero il consumo di sei o piu' bevande
alcoliche in un'unica occasione: tale comportamento, secondo
l'indagine, riguarderebbe il 38% dei maschi e il 24% delle
femmine. Tuttavia, il fatto che in Italia il primo contatto con
l'alcol avvenga in famiglia, in occasioni di festa, rappresenta
un fattore di protezione in quanto, dopo l'adolescenza, si torna,
di solito, a livelli di consumo normali. Spesso collegata
all'assunzione di alcol e' l'assunzione di cannabis, ammessa
pero' solo dal 12,6% dei quindicenni, con una minore propensione
fra le femmine: il 5,84% ne ha fatto uso occasionalmente, il
3,24% in modo piu' continuativo. Tanto per la cannabis quanto per
l'alcol le ragioni che spingono a provare sono la noia, il
desiderio di giocare col rischio, di provocare gli adulti, di
seguire gli amici, o di lenire sofferenza. Tuttavia, si stanno
indagando anche le ragioni di chi preferisce dire no ad alcol e
sostanze (per timore, per distinguersi dal gruppo, per un patto
di lealta' coi genitori) e proprio su messaggi che valorizzino
tali esperienze si punta per contrastare il fenomeno. Un'altra
strada e' costituita da interventi di prossimita', ad esempio le
unita' di strada, in grado di introdurre elementi di protezione
nei contesti di consumo.
Infine, si e' affrontato il discorso della sessualita'.
L'indagine, in questo caso, si e' limitata a un campione di 1.086
ragazzi di 15 anni, equamente divisi fra maschi e femmine. Il
18,8% di questi ha dichiarato di aver gia' avuto rapporti
sessuali completi. L'eta' del primo rapporto si attesta a 14 anni
per le ragazze e a 15 per i ragazzi, mentre, sul fronte della
prevenzione, l'80% dei maschi dichiara di aver utilizzato il
preservativo, percentuale che scende al 70% fra le femmine. A
questo proposito, pero', studi internazionali dimostrano chi i
giovani tendono a riportare una frequenza maggiore di
comportamenti protettivi, come, appunto, l'uso del preservativo,
rispetto a quelli realmente adottati. Le informazioni in ambito
sessuale, infine, vengono ricercate soprattutto consultando
amici, genitori, o Internet, tuttavia, in Emilia-Romagna ben
40mila adolescenti frequentano gli spazi giovani.
(Wel/ Dire)