SONO TRE I MINORI TRA I 150 PROFUGHI ERITREI PRIGIONIERI.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 11 feb. - Fra i 150 profughi
eritrei prigionieri dei trafficanti di uomini ci sono anche tre
bambini: per liberarli i predoni pretendono il pagamento di
8-10mila dollari. "Abiel ha 11 anni, i trafficanti gli hanno
spezzato un braccio e continua a gridare di dolore", lo riferisce
don Mose' Zerai, direttore dell'agenzia Habeshia che dallo scorso
novembre mantiene costantemente i contatti con vari di gruppi di
profughi africani diretti in Israele e tenuti prigionieri dai
trafficanti di uomini.
Nei giorni scorsi i predoni avevano trasferito i loro ostaggi,
spostandolo verso Sud, lontano dalla zona militarizzata che segna
il confine tra Egitto e Israele in cui si stanno concentrando
uomini e mezzi. Si e' cosi' creato un grande assembramento di 150
persone, tenute prigioniere a pochi chilometri da Israele in un
container "di giorno caldo rovente e dove, di notte, il freddo e'
insopportabile", riferisce don Mose'. I ragazzini riferiscono di
essere stati rapiti al confine tra Sudan ed Eritrea e poi
rivenduti ai beduini. Abiel continua a gridare dal dolore, "ma
non possiamo fare nulla, siamo tutti legati con le catene. E
anche questo ragazzino lo tengono con le catene ai piedi e alle
mani -ha raccontato uno degli ostaggi a don Mose'-. Ci torturano
continuamente, facendo gocciolare della plastica calda rovente
sulla schiena. Tutto questo solo per avere i soldi del riscatto".
Vicende drammatiche, che da tre mesi vengono denunciate quasi
quotidianamente dal direttore dell'agenzia Habeshia e dalle altre
associazioni che si battono per la liberazione dei profughi del
Sinai: "Lanciamo nuovamente un appello affinche' l'esercito
egiziano gia' schierato nella zona di confine possa intervenire
per liberare tutti gli ostaggi", conclude don Mose'.
(Wel/ Dire)