IL VIAGGIO DI TRE OSSERVATORI DELLA COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 8 feb. - Decine di bambini e
ragazzi minori respinti dai porti italiani come se la convenzione
sui diritti dell'infanzia non esistesse, rimandati indietro verso
la Grecia senza nemmeno la possibilita' di chiedere asilo
politico, rispediti verso una condizione di abbandono e miseria
estrema. Una situazione molto grave, quella registrata
dall'associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII nei porti di
Patrasso e Atene, dove una delegazione di tre persone e' andata a
osservare da vicino il limbo in cui finiscono molti migranti,
spesso minorenni, provenienti soprattutto dall'Afghanistan.
Attraverso diverse rotte arrivano nei porti greci, dove tentano
in tutti i modi di imbarcarsi sulle navi dirette in Italia, ad
esempio aggrappati sotto i motori dei camion prossimi
all'imbarco. Ma anche se riescono ad attraversare l'Adriatico, di
solito poi non riescono nemmeno a mettere piede a terra: quando
vengono scoperti, la polizia li lascia sulla nave fino a quando
non riparte per tornare indietro da dove e' venuta, e li' vengono
di nuovo abbandonati a loro stessi. E i tentativi di imbarcarsi
ricominciano daccapo.
"Le autorita' di polizia locale ci hanno detto di seguire una
prassi stabilita da un 'accordo di riammissione senza formalita''
- afferma Laila Simoncelli, una delle tre persone che dal 24 al
27 gennaio ha visitato le due citta' greche per conto
dell'associazione - ma in questo modo nessuno riesce a incontrare
quei migranti per verificare se sono minorenni e quindi titolari
di diritti particolari, oppure se possono chiedere asilo
politico".
"Abbiamo parlato con ragazzini che ci hanno raccontato, in modo
credibile e verosimile, di essere stati rispediti indietro gia'
tre o quattro volte - continua Simoncelli - Inoltre noi stessi
abbiamo visto una camionetta della polizia con a bordo una decina
di persone appena rispedite indietro dall'Italia". Per di piu'
vengono rimandati verso condizioni estremamente difficili: "Nella
zona del porto tutte le sere si ammucchiano migliaia di giovani e
minorenni afgani - si legge in una nota diffusa dall'associazione
- tutti a sfidare la polizia in assetto di guerra, attaccati alle
cancellate del porto, blindato per gli immigrati". Cosi' "decine
e decine di minori soli e in fuga dall'Afghanistan vivono per
strada - continua la nota - senza alcun tipo di tutela, senza
nessuna assistenza, senza che alcuna istituzione se ne curi,
braccati e scacciati dalla polizia, e spesso picchiati".
"Abbiamo visto con i nostri occhi una situazione drammatica e
impressionante - racconta Simoncelli - Abbiamo incontrato almeno
duecento migranti in condizioni di miseria estrema, di cui almeno
un 40% minorenni, ma erano centinaia e centinaia i migranti che
vagavano attorno ai porti, braccati dalla polizia greca. Abbiamo
visto diversi bambini, visibilmente sotto i dieci anni,
mendicare. Molti raccontano di essere stati picchiati e derubati
dalla polizia greca". L'associazione inoltre denuncia "condizioni
di vita bestiali" per quei migranti, accampati in alloggi di
fortuna nelle periferie urbane, dove sopravvivono in baracche di
stracci, legni e plastica, nei vecchi vagoni ferroviari e nei
parchi pubblici.
La nota continua ricordando le leggi e le convenzioni
internazionali che dovrebbero garantire accoglienza e assistenza
a tutti i minori, compresi quelli migranti non accompagnati.
Leggi evidentemente effettive solo sulla carta, quando si parla
di minori migranti. "È incredibile che in Europa si faccia finta
di nulla di fronte a una situazione talmente grave", conclude
Simoncelli.
(Wel/ Dire)