(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 4 feb. - "La multiculturalita'
e' una posta in gioco fondamentale per l'Europa e le nostre
societa' devono affiancare le famiglie migranti nel processo di
metissage dei loro figli".
Parola di Marie Rose Moro, neuropsichiatra, psicoanalista e
direttore della Casa degli adolescenti dell'ospedale di
Cochin-Saint Vincent De Paul di Parigi. Questa mattina, a Milano,
l'esperta transalpina ha tenuto i un seminario sul tema
"l'accoglienza e la cura degli adolescenti migranti e delle loro
famiglie" presso la cooperativa sociale Crinali di Milano.
"Gli adolescenti figli delle famiglie migranti che nascono nel
paese d'accoglienza (giovani di seconda generazione, ndr) devono
affrontare un lavoro di metissage nella misura in cui devono
apprendere le cose trasmesse dai loro genitori e quelle del paese
d'accoglienza" ha spiegato la docente all'agenzia Redattore
sociale. "Tutta la societa' europea dev'essere coinvolta in
questo progetto multiculturale e deve fare questo lavoro
riconoscendo l'apporto dei genitori nella costruzione
dell'identita' dei loro figli. Un contributo che non va
denigrato, altrimenti si mettono in difficolta' questi ragazzi
che, se non si sentono rispettati, rischiano di sviluppare un
risentimento che puo' sfociare nella violenza".
Secondo la Moro, gli europei devono dare ai giovani migranti la
possibilita' di crearsi un loro posto nelle nostre societa', di
riuscire nella scuola, di partecipare alla vita comune, di
ottenere una funzione e un lavoro veri all'interno del consorzio
umano in cui si trovano a vivere. "Se questo non succede,
condanniamo questi giovani a rimanere in posizione di
marginalita' e questo crea sofferenza a loro e costituisce una
perdita di opportunita' per la societa' stessa -prosegue
l'esperta-. La multiculturalita' e' una posta in gioco
fondamentale per i paesi europei".
In questo compito, la scuola ha un ruolo centrale, che anche il
Parlamento europeo ha riconosciuto nel 2009: "C'e' una direttiva
dedicata all'Educazione alla diversita' dei figli e degli
adolescenti europei che invita le scuole di tutti i paesi
dell'Unione a realizzare programmi educativi e ad educare alla
diversita' in ambito scolastico puntando sulla necessita' di
valorizzare le diversita' in chiave di opportunita' e di
capacita' di imparare cose nuove, anziche' vederla come ostacolo
o qualcosa che potrebbe nuocere o essere spiacevole -dice Moro-.
Pero', nonostante questo nonostante il fatto che si trovino di
fronte a una societa' multiculturale, le scuole non fanno
programmi ad hoc e a volte non rappresentano questa identita'".
(Wel/ Dire)