HAITI, L'APPELLO DELLE AUTORITÀ: RIAPRIRE LE ADOZIONI
GRIFFINI, PRESIDENTE DI AI.BI: "NON C'E' PIU' TEMPO"
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 4 feb. - A poco piu' di un anno
dal devastante terremoto che ha colpito Haiti, le autorita'
locali scelgono una linea di apertura nei confronti delle
adozioni internazionali per garantire una famiglia a migliaia di
orfani e minori abbandonati.
"Apprendiamo che l'Institut du Bien-être sociale et de Recherches
- l'autorita' haitiana preposta a regolamentare l'adozione
internazionale - ha informato in data 31 gennaio 2011 il
Dipartimento di Stato Usa (Bureau of Consular Affairs-Office of
Children's Issues), l'Autorita' centrale per le adozioni, che
potranno essere accettate le nuove domande di adozione per i
bambini haitiani per i quali e' gia' documentato lo stato di
orfano o i cui genitori biologici hanno rinunciato alla patria
potesta'", si legge in una nota dell'Aibi.
"L'ambasciata americana a Port-au-Prince ha anche ripreso la
normale elaborazione dei visti. Tuttavia, gli aspiranti genitori
adottivi devono essere consapevoli che la gia' fragile
infrastruttura per le adozioni di Haiti e' stata ulteriormente
indebolita dal terremoto, creando spostamenti e disgregazioni
familiari che rendono la determinazione pratica e legale dello
status di orfano o abbandonato, estremamente difficile creando
ulteriori difficolta' alle famiglie adottive".
"Non c'e' piu' tempo da perdere, auspichiamo che anche il
Governo italiano risponda a questo appello in modo concreto per
favorire le adozioni internazionali ad Haiti - ha dichiarato
Marco Griffini, presidente di Ai.Bi.. -Occorre mettere a
disposizione anche dei minori di Haiti il nostro sistema Italia,
eventualmente pensando a soluzioni coordinate per assicurare la
massima efficacia e tempestivita'. Sono sicuro che come Ai.Bi.
anche altri enti autorizzati italiani siano pronti per
intervenire immediatamente mettendo a disposizione le proprie
famiglie adottive".L'accoglienza dei bambini haitiani
permetterebbe, inoltre, di arginare e curare i traumi che hanno
vissuto in seguito al terremoto, aiutandoli anche a fuggire
dall'ombra nera del colera che da alcuni mesi miete vittime in
tutto il paese.
(Wel/ Dire)
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