FIRENZE, NATALE IN FAMIGLIA PER 41 DELL'ODA
"NATALE IN ISTITUTO? STAVOLTA NO, GRAZIE".
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 23 dic. - Il Natale in istituto?
"Stavolta no, grazie". Sara' un Natale in famiglia, con le loro o
con quelle degli operatori, medici, amici e simpatizzanti che si
sono offerti di ospitarli, quello che trascorreranno le 41
persone con disabilita' che ogni giorno abitano al centro per
disabili Villa San Luigi dell'Oda, l'Opera diocesana assistenza
di Firenze. Un Natale non tra le mura del centro, ma in una casa
vera e propria: con una famiglia, con il panettone, con gli
addobbi e tutto il resto.
Dietro al gesto, dal grande valore simbolico, c'e' un lavoro di
squadra nato dall'impegno profuso quotidianamente presso la
struttura dell'Oda di Firenze nella presa in carico della persona
disabile intellettiva. In istituto non rimarra' nessuno: alcuni
dei ragazzi ricoverati presso il centro, quelli fortunati che la
hanno e che la hanno vicina, passeranno la giornata con le loro
famiglie; gli altri, la maggior parte, saranno nelle case di chi
si e' offerto per ospitarli. E cosi', come fanno notare da Villa
San Luigi, Giampierino se ne andra' a casa di Claudio, un ex
dipendente del centro, Saverio e Andrea trascorreranno il 25
dicembre a casa di una famiglia di amici volontari dell'Unitalsi;
Paolo, Vincenzo, Caterina, Elisa saranno a Reggello, a casa di
Sara, un'educatrice del centro. E via cosi', per tutti e 41 gli
ospiti del centro di Castello, che nel giorno del Natale
chiudera' i battenti. Anche i medici della struttura ospiteranno
nelle loro famiglie i ragazzi piu' complessi, che hanno maggiori
problematiche cliniche.
Quello che sta per avvenire al centro Oda Villa San Luigi -
affermano i responsabili - e' emblematico di un modo di intendere
la residenza in istituto ben preciso: "Crediamo - spiega la
direttrice del centro Giovanna Sorrentino - che la permanenza nel
centro per questi ragazzi debba essere una fase di un percorso di
presa in carico riabilitativa, non un punto d'arrivo della loro
esistenza: a volte il ricovero in residenziale e' indispensabile
anche per bambini in eta' tenerissima, utilissimo per la loro
crescita, per la loro abilitazione, ma occorre gia' dal primo
giorno di ricovero lavorare per la loro de-istituzionalizzazione,
il loro rientro in famiglia e nella societa'". "Quello che siamo
riusciti a fare chiudendo l'istituto per Natale - conclude - e'
un piccolo gesto, un piccolo passo per sensibilizzare le famiglie
e la societa', per abituarle a pensare che accogliere e occuparsi
di un disabile, anche se grave, e' possibile, e non bisogna
arrendersi all'idea che non sia possibile farlo".
(Wel/ Dire)
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