NELLE SCUOLE DELL'INFANZIA IL 78,4% DEI BAMBINI E' NATO IN ITALIA
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 13 dic. - Si e' scolto alla
Camera dei Deputati un convegno organizzato dalla Uil, dal Cir e
dall'associazione "Nessun Luogo e' lontano". Si tratta di un
workshop su "Immigrazione e diritti di cittadinanza", un tema che
ha assunto ancora maggiore spessore dopo le recenti discussioni
scaturite dalle affermazioni del Capo dello Stato, Giorgio
Napolitano.
I dati. Ci sono contesti, quartieri e comuni in cui la presenza
straniera ha raggiunto picchi davvero significativi. Quartieri
romani, come il I o il XX Municipio, attestano che si sta
parlando di una realta' migratoria che ha un'incidenza del 20%
sulla popolazione, cosi' come avviene in comuni tra i 15 e i 25
mila abitanti, quali Rovato (Brescia), Lonigo (Vicenza),
Castiglione delle Stiviere (Mantova). In altri comuni piu'
piccoli, tra i 5 e i 15mila abitanti, l'incidenza supera il 25%:
si tratta di Baranzate (Milano), Verdellino (Bergamo), Porto
Recanati (Macerata) e altri nella Lombardia, in Emilia Romagna,
nella Toscana e perfino in Sicilia (Acate in provincia di
Ragusa). Nel comune di Airole (Imperia), che ha meno di 500
abitanti, ogni 10 residenti 3 sono stranieri.
La dimensione quantitativa ha la sua importanza, tanto piu'
quando ad essa si unisce quella qualitativa. Tra i circa 5
milioni di stranieri regolari presenti in Italia, poco meno di un
quinto e' costituito dai minori (993.238). A questo si aggiunge
un'altra nota qualitativa non indifferente: circa 650 mila sono
nati in Italia. "Trattandosi per la quasi totalita' di minori -
afferma Pittau -, cio' significa che questi nei due terzi dei
casi sono nati in Italia, e la percentuale e' anche piu' elevata
se facciamo riferimento ai bambini della scuola d'infanzia
(78,4%)".
E la nascita in Italia sara' la tendenza che caratterizzera'
sempre piu' il futuro. In effetti, nel 2010 sono nati in Italia
78.082 figli da entrambi i genitori stranieri. "Le famiglie con
almeno un componente straniero incidevano solo per il 3,1% 2001 -
puntualizza ancora Pittau - e ora hanno superato l'8% (oltre 2
milioni di nuclei). Una crescente quota di queste famiglie sono
miste".
Sempre secondo Pittau, un'altra nota qualitativa, utile a
interpretare le statistiche, consiste nella constatazione che,
quando gli immigrati non vi sono costretti, non tendono - salvo
un ristretto numero di casi particolari - a ritornare nei loro
paesi di origine, dove la situazione e' ben peggiore di quella
italiana. Il ritorno obbligato si e' verificato per oltre 600
mila cittadini non comunitari, che nel corso del 2010 hanno visto
scadere il loro permesso di soggiorno senza poterlo piu'
rinnovare: poiche' un terzo di questi permessi era stato concesso
per motivi familiari, in questo rimpatrio fallimentare sono stati
coinvolti anche molti minori. Invece, i cittadini stranieri che
si sono cancellati dall'anagrafe sono stati nel 2010 solo 32.817.
(Wel/ Dire)