(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 9 dic. - I genitori italiani
sono in ansia: il 53,8% teme per i propri figli aggressioni e
molestie, infelicita' e malattie. E rivelarlo e' l'indagine
conoscitiva sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza,
condotta da Eurispes e Telefono Azzurro.
La paura piu' grande dei genitori del Terzo millennio rispetto ai
figli e' rappresentata dal pericolo di aggressioni e molestie
(20,2%). A fronte della diffusione di questi reati, che sempre
piu' avvengono attraverso la rete, sorprende che solo lo 0,6% dei
genitori sia consapevole dei rischi che i propri figli corrono
navigando in Rete, rispetto ad eventuali incontri con
malintenzionati e pedofili (0,6%). Altro grande cruccio dei
genitori e' la felicita' dei figli: a temere che essa possa non
essere conquistata e' il 18,8%. A seguire, la paura che i figli
si ammalino (14,8%), che facciano uso di sostanze stupefacenti
(12%), che siano vittime di un incidente (9,8%), che frequentino
cattive compagnie (5,9%), che incontrino difficolta' nel trovare
un lavoro (5,9%), che vengano rapiti (3,5%), che non riescano a
portare a compimento gli studi (1,5%), che non abbiano successo
nella vita (1,3%).
Oltre la meta' dei genitori, nel crescere i ragazzi, teme di non
saperli comprendere e difendere da "cattive compagnie". Un quarto
dei genitori (25,1%) teme di "non riuscire a comprendere le
esigenze ed i problemi di mio figlio".
Il dialogo genitori-figli visto con gli occhi dei genitori.
Secondo i genitori, gli argomenti maggiormente affrontati con i
figli sono: scuola (88%), amicizia (72,1%) e salute (60,1%),
seguiti da sport e tempo libero (47%), eventi di cronaca (35,2%),
crisi economica (33,2%) e droga (33,1%), Internet e nuove
tecnologie (29,6%), ecologia (26,7%). Tra i principali argomenti
che i genitori dicono di non affrontare mai con i figli troviamo,
nell'ordine: la politica (42,5%), la sessualita' (28,8%) e le
relazioni amorose (20,3%).
I due terzi dei genitori italiani (62,8%) sostengono di essere a
conoscenza di buona parte di cio' che riguarda i propri figli,
seguiti dal 28,4% che sostiene di sapere tutto cio' che fa parte
della vita dei figli. Solo il 7,4% dei genitori ritiene di
conoscerne solo una piccola parte: per rispettare il bisogno di
privacy dei figli (52,9%), per non contraddirli (21,1%), perche'
non glielo chiedono (6,5%) o perche' non ha abbastanza tempo da
dedicare loro (2,6%).
Si autodefiniscono affettuosi ma severi e ammettono di
incontrare difficolta' educative. Mamme e papa' affermano di
dimostrare il loro affetto con esternazioni frequenti (35,5%), ma
al tempo stesso di essere severi (30,7%). Sul versante opposto,
un numero indicativo di genitori dichiara di viziare i propri
figli (14,5%), ammette di non sapere come insegnare loro la
disciplina (13,4%) o di non riuscire a capire come comportarsi
(11,9%), mentre il 7% non riesce a farsi rispettare.
Tra le funzioni del ruolo genitoriale, gli adulti ritengono che
un genitore dovrebbe: ricorrere alle punizioni se il figlio si
comporta male (81,3%), dare uno schiaffo qualora la situazione lo
richieda (70,6%), sapere sempre cosa fare (69%). Oltre la meta'
dal campione (58,7%), ritiene che un genitore dovrebbe essere
"amico" dei propri figli.
Insidie e perdita di autorevolezza. Secondo l'81,6% degli
intervistati essere genitore oggi e' piu' difficile rispetto al
passato: per il 56,9% dei padri e delle madri cio' e'
attribuibile alle maggiori insidie della societa' contemporanea;
per il 21,1% alla perdita di autorita' dei genitori e per il 3,6%
alla solitudine dei genitori nello svolgimento del compito
educativo. I figli secondo i genitori: hanno piu' opportunita',
sono aperti al dialogo, ma sono anche piu' fragili. E
contrariamente a quanto si potrebbe pensare, a lamentarsi della
mancanza di rispetto sono soprattutto i genitori delle ragazze
(58,8%) (contro il 50,7% dei genitori dei ragazzi). Le
adolescenti sembrano essere anche piu' fragili dei ragazzi (63,4%
contro il 58,5%).
Il supporto piu' importante. Destreggiarsi tra lavoro, casa,
scuola, interessi, amici non e' semplice: per questo quasi la
meta' dei genitori (47,7%) ricorre al supporto delle famiglie di
origine, anche se il 34,3% dichiara di farcela con le proprie
forze. Il 64,8% dei genitori dichiara che i nonni sono impegnati
qualche volta (43,5%), spesso (16,1%) e sempre (5,2%) a tenere
compagnia ai ragazzi e nel 30,7% dei casi ad accompagnarli a
scuola. Un genitore su due, il 49,6%, si fa aiutare dai nonni
anche per la preparazione dei pasti. Ma il tipo di aiuto ricevuto
e' anche economico: includendo anche i casi di aiuto sporadico,
questa circostanza arriva infatti a coinvolgere il 35,2% del
campione. Il 7,6% viene aiutato dal sistema scolastico, il 3,4%
dagli amici o da una baby-sitter o dai servizi privati di
doposcuola (2%).
Argomenti tabu'. I genitori ritengono di affrontare argomenti
impegnati, delicati e personali, ma i figli ridimensionano le
loro convinzioni. Gli ambiti in cui le testimonianze di genitori
e figli divergono maggiormente sono la droga e la sessualita'.
Oltre la meta' dei ragazzi (53,6%) dichiara di non parlare mai
del consumo di stupefacenti con i propri genitori, mentre solo il
15,6% dei padri e delle madri afferma lo stesso. Quasi la meta'
dei genitori (47,5%) dice di affrontare occasionalmente il
discorso (a fronte del 36,5% dei figli) e quasi un terzo di farlo
spesso (32,4%), a fronte di un ben piu' contenuto 8,8% dei
ragazzi. Per quanto concerne la sessualita', arrivano al 63% i
ragazzi che dicono di non parlarne mai con i genitori, mentre il
29,5% dice di toccare l'argomento occasionalmente ed il 6,3%
spesso. Diversamente, solo il 29% dei genitori dichiara che la
sessualita' non rientra mai nei temi di discussione con i propri
figli, la maggioranza ne parla occasionalmente (52,4%), il 14,2%
spesso.
Anche facendo riferimento alla crisi economica, sono decisamente
piu' numerosi tra i figli che tra i genitori coloro che
sostengono di non parlarne mai in famiglia (28,9% contro 16,9%),
con un 32,4% dei genitori secondo cui se ne parla spesso a fronte
di un piu' modesto 22,6% dei figli. Differenze analoghe sono
evidenti in relazione ai casi di cronaca: i genitori secondo i
quali se ne parla spesso sono il 34,5%, i figli il 24,4%.
Significative le divergenze nelle risposte relative alle
discussioni sulle amicizie: ben il 72,3% dei genitori riferisce
di parlarne spesso con i propri figli, a fronte del 51,6% dei
ragazzi, che inoltre dichiarano nel 39,1% dei casi di parlare
solo occasionalmente delle proprie amicizie.
(Wel/ Dire)