(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 2 dic. - Sui quasi 700 pazienti
visitati in sei mesi dai Medici per i diritti umani alla stazione
Ostiense, allarma il dato sui minori. Sono il 34%. Un altro 54%
e' costituito da giovani fra i 18 e i 30 anni, solo l'11% ha un
eta' fra i 30 e i 50 anni, nessuno e' piu' vecchio. "Il dato sui
minori non accompagnati ci dice che la tutela prevista
dall'articolo 6 del regolamento di Dublino 2 non e' attuata -
spiega la coordinatrice del progetto Maria Rita Peca - secondo
l'articolo vale il 'miglior interesse del minore', che non e'
espellibile anche se non fa domanda d'asilo in Italia". Questo
significa che un minore puo' fare richiesta d'asilo dove vuole,
in qualunque Stato dell'Unione europea, anche se gli hanno preso
le impronte all'arrivo nel nostro Paese. Tuttavia, passando dalla
teoria ai fatti, questa procedura fa acqua da tutte le parti.
"Innanzitutto il minore non viene informato di questo suo diritto
- continua Peca - se pero' gli diciamo che non e' tenuto a fare
richiesta d'asilo in Italia, ci scontriamo con due ostacoli: non
abbiamo certezza che questo diritto sia rispettato negli altri
Paesi europei, infatti molti vengono rimandati indietro dalla
Svezia;
inoltre, non esiste un documento per il transito del minore, la
sua unica scelta e' quella di scappare dal centro di accoglienza
senza documenti e cercare di raggiungere la sua destinazione
finale".
L'Ong Medici per i diritti umani si occupa della tutela del
diritto alla salute per queste persone. Lo screening effettuato
sugli ospiti della tendopoli di Ostiense, impiantata dalla stessa
Ong, conferma che senza l'unita' mobile, i profughi in transito
resterebbero fuori dalla copertura sanitaria. L'83% non ha la
tessera sanitaria, dato che si spiega con l'altissima percentuale
di persone senza permesso di soggiorno. Tra coloro che hanno i
documenti perche' sono stati riconosciuti rifugiati o titolari di
protezione sussidiaria, il 67% risultava iscritto al sistema
sanitario nazionale, ma non tutti ne usufruivano pienamente, ad
esempio non avevano il medico di base. La barriera linguistica e
le scarse informazioni sul funzionamento della sanita' italiana,
di fatto impediscono l'accesso alle cure sia di chi e' regolare,
sia di chi potrebbe usufruire dell'Stp (straniero temporaneamente
presente) come irregolare.
L'eta' media dei giovani che arrivano a Ostiense resta molto
giovane, sui 23 anni. A partire sono i piu' forti e quindi non
portano malattie, perche' sono in buona salute. Da un anno Medu
fa uno screening con lo Spallanzani sulla tubercolosi e finora
non e' stato registrato neanche un caso fra i profughi della
stazione. Frequenti sono i traumi, legati al viaggio. "Abbiamo
molti casi di percosse e lesioni da parte della polizia in Grecia
e di congelamenti degli arti per i viaggi fatti nelle celle
frigorifere dei Tir", racconta Peca. I giovani profughi afgani si
ammalano in Italia per le condizioni abitative e sanitarie in cui
sono costretti a vivere. Le malattie piu' diffuse sono infatti:
quelle dell'apparato respiratorio (32%, principalmente
bronchiti), seguite dalla scabbia (15%), traumatismi e
avvelenamenti (12%), malattie dell'apparato digerente (11,5%),
malattie osteomuscolari e del tessuto connettivo (9%), infezioni
della cute (3,5%) e disturbi psichici (2,8%). In parecchi
pazienti sono state riscontrate cicatrici compatibili con i
racconti di quanto subi'to in Afghanistan, vale a dire ferite di
armi da taglio a da fuoco.
Gruppi di 15, 20 persone tra i richiedenti asilo sono stati
inseriti in accoglienza presso la Casa della Pace messa a
disposizione dal Comune di Roma.
(Wel/ Dire)