ECCO LINEE GUIDA DEDICATE AD OPERATORI PER RICONSOCERE PATOLOGIA.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 2 dic. - Il 16% delle donne e'
affetto da disturbi mentali in maternita'. Percentuali destinate
a crescere, con un piu' attento riconoscimento della patologia,
ma con migliori e maggiori opportunita' di prevenzione, diagnosi
e cura. Le 'Linee guida fondamentali per prevenzione e cura',
sono state presentate a Milano dagli autori del volume, con una
testimonial d'eccezione, Camila Raznovich, gia' mamma e al sesto
mese della seconda gravidanza, ed autrice del volume 'M'ammazza',
uscito da poco in libreria proprio su questo tema.
Il progetto, frutto del lavoro di numerosi specialisti e dei sei
centri d'eccellenza di Milano, Torino, Pisa, Ancona, Napoli e
Catania, coinvolti nel progetto ideato dall'Osservatorio
nazionale sulla salute della donna (Onda), e' partito l'anno
scorso con una prima campagna di sensibilizzazione alla
depressione perinatale.
Per l'occasione e' stato presentato, per la prima volta, anche
il volume scientifico 'Overcoming posnatal depression' della Cic
edizioni internazionali e curato dal professor Claudio Mencacci,
autore delle Linee guida.
"Uniformare l'approccio diagnostico- si legge in una nota- e
delineare un percorso di lavoro piu' formalizzato laddove i
tratti comuni di tristezza, ansia, pianto tipici della maternita'
assumono connotazioni persistenti che condizionano l'equilibrio
psichico della donna e compromettono la relazione mamma-bambino".
Oggi questo fenomeno colpisce il 16% di donne nel periodo della
maternita', con percentuali dal 10-16% al 14-23% in gravidanza, e
dal 10-15%al 20-40% nel post-partum. In quest'ultimo caso con
possibili ricadute successive. In particolare, il 13% di donne
sperimenta gia' un disturbo dell'umore, durante le prime
settimane dopo il parto, il 14,5% nei primi tre mesi postnatali,
con episodi depressivi maggiori o minori, ed il 20% nel primo
anno dopo il parto. Non vanno dimenticati neppure gli episodi di
maternity blues (50-80%) o le psicosi post-partum (1 su ogni
1.000 parti). Unico dato, relativamente positivo, e' la
diminuzione nell'ultimo anno degli infanticidi, passati da 14
casi del 2009, ai 19 del 2010, in cui si e' registrato il picco
massimo, ai soli 7 del 2011, grazie soprattutto a campagne come
'A smile for mom's' e a servizi online come
www.depressionepostpartum.it che aiutano soprattutto ad un primo
autonomo approccio al problema.
"Linee guida di questi tipo- spiega Claudio Mencacci,
direttore del dipartimento di neuroscienze dell'azienda
ospedaliera Fatebenefratelli di Milano- erano gia' presenti in
Europa e nei Paesi anglosassoni. Era, quindi, indispensabile
rendere razionale quanto gia' prodotto, adattandolo alle
problematiche italiane. Oggi, dopo 8 anni di lavoro ed esperienza
di centri specializzati vedono finalmente la luce. Basate sulla
conoscenza clinica e di ricerca e su linee guida internazionali-
prosegue Mencacci- ma filtrate con la realta' italiana, queste
linee guida sono dedicate agli operatori sanitari, che giungono a
contatto con la maternita' (medico generale, ginecologo,
neonatologo, pediatra), aiutandoli ad identificare i fattori di
rischio e protettivi per lo sviluppo di una psicopatologia nella
donna, a riconoscere la patologia e a dare indicazioni rispetto
al percorso di cura, prima di inviare la donna allo specialista
(psichiatra o psicologo). Tutto questo prima non era possibile, e
si finiva con il procedere a tentoni. Da oggi sara' possibile
dare una lettura della problematica, aderente all'identita'
scientifica e scevra da valutazioni soggettive e interpretazioni
vaghe".
"La gravidanza - dichiara Francesca Merzagora, presidente
dell'Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda)-
rappresenta infatti, per la donna, un periodo di profondi
cambiamenti non solo fisici, ma anche psicologici.
Molto importante e' dare ascolto a cio' che si prova dentro di
se', perche' tristezza, sconforto e ansia possono facilmente
trasformarsi in veri e propri sintomi di depressione. Il mancato
riconoscimento e il non trattamento di questa sintomatologia-
avverte Merzagora- possono compromettere il decorso della
gravidanza, con ricadute che vanno dalla scarsa cura di se'
all'abuso di sostanze, fino al coinvolgimento dello sviluppo del
feto e della crescita del neonato. Vicina a questa problematica,
O.N.Da si affianca all'azione di sensibilizzazione di maggiori
Centri di disturbi mentali, nel promuovere Linee guida
specificatamente pensate, affinche' una maggior attenzione possa
essere rivolta alla depressione perinatale che incide fortemente
sulla qualita' di vita della mamma e del bambino".
"Particolare cura all'interno delle linee guida- continua
Roberta Anniverno, responsabile del Centro psiche donna di
Milano- e' stata dedicata alla prevenzione, identificando i
fattori di rischio per le singole tipologie psicopatologiche,
anche attraverso una indagine della storia di vita della donna
che consideri non solo l'anamnesi medica, ma anche famigliare,
biologica (ormonale) e ambientale. Questo aspetto, consente una
diagnosi piu' accurata sia in relazione alla sintomatologia, che
all'intensita' dei disturbi d'ansia e affettivi e alle
ripercussioni disfunzionali nell'esperienza di maternita'. Una
attenta analisi e' essenziale infatti per stabilire, come viene
illustrato nella terza parte del volume, l'approccio terapeutico
che si avvale nei casi lievi di interventi psicoeducazionali con
visite medico-psichiatriche di controllo e in condizioni cliniche
medio-gravi di interventi piu' strutturati con l'ausilio di
farmaci e psicoterapia".
"La depressione in gravidanza e' un fenomeno molto frequente-
conferma Irene Cetin, direttore dell'Unita' operativa di
ostetricia e ginecologia dell'ospedale Luigi Sacco- che puo'
manifestarsi anche in donne in cui i fattori di rischio sono
limitati o che non hanno avuto particolari problematiche durante
tutto il periodo della maternita'. Questo avviene, poiche' la
gravidanza e' un momento in cui si verificano nel corpo della
donna, forti alterazioni ormonali che la rendono particolarmente
recettiva e sensibile agli eventi esterni, causando variazioni
nel tono dell'umore con stati di tristezza, malinconia e pianto
fino, nei casi piu' importanti, alla depressione. Con il parto,
la donna diventa improvvisamente consapevole degli enormi
cambiamenti avvenuti sia nel suo corpo, sia nella relazione
emotivo- affettiva nella quale l'attenzione prima focalizzata su
di se' viene proiettata interamente sul bambino, sia nella
quotidianita' ritrovandosi a gestire, spesso sola e senza
supporto familiare, tutte le responsabilita' e incombenze di una
nuova vita. Condizioni tutte- conclude Cetin- che aumentano le
difficolta' ad accettare il ruolo di mamma".
(Wel/ Dire)