ANNAMARIA BONUCCI TRATTEGGIA UN ALBUM DEI RICORDI TENERO E FORTE
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 22 apr. - Nell'Umbria degli anni
Sessanta, un pomeriggio di fine settembre, in un casolare di
campagna una donna da' alla luce due gemelli. Alcune donne
assistono al parto e confabulano tra loro: "Che disgrazia...
Certo proprio non le ci voleva. Due figli a questa eta' e uno in
quel modo...". Dalla cucina, una bambina di pochi anni osserva la
scena: ancora non sa che suo fratello Alessandro, appena
arrivato, sara' uno dei punti di forza della sua vita. Inizia
cosi' "Il futuro e' lunedi'" di Annamaria Bonucci (2011,
Corbaccio Editore, 132 pagine, 12 euro): la storia vera di Anna e
della sua famiglia, un album dei ricordi insieme tenero e forte,
illuminato dalla presenza di Alessandro, dal suo carattere
solare, dalla sua caparbieta', dalla sua voglia di vivere.
Nonostante la sindrome di Down.
Il libro, avvincente come un romanzo, ripercorre la vicenda di
questa grande famiglia, totalmente cambiata dall'arrivo di un
bambino cosi' speciale, che ha dovuto combattere per farsi largo
nella vita: prima l'esperienza, negativa, di un istituto
religioso per ciechi e sordomuti, purtroppo inadatto alla sua
condizione. Poi, finalmente, l'ingresso in un'altra scuola,
sempre gestita da un sacerdote, in cui Alessandro ha trovato
appoggio e accoglienza, trovando un ambiente piu' favorevole allo
sviluppo delle sue abilita'. Infine le sfide del lavoro e
dell'autonomia e il confronto, mai scontato, con la sfera
dell'affettivita'. Tutti passi cruciali per Alessandro, in cui
Annamaria ha sempre avuto un ruolo di primo piano: prendendo
l'iniziativa di testa propria, spesso all'insaputa degli altri
familiari, ha condotto per mano il fratello verso le conquiste
piu' importanti della vita. Un legame particolare, in cui la
dedizione della sorella e'ricambiata da un affetto sconfinato.
"Alessandro mi ha dato tanto e tuttora mi da' tantissimo
-confessa Annamaria-. È l'unico dei miei fratelli in grado di
notare in me tutti i cambiamenti d'umore, anche le sfumature,
esteriori e interiori. Il suo coraggio e la sua caparbieta' mi
hanno fatto diventare una persona forte e testarda, con tanta
energia: lottare per lui significava lottare anche per me". E le
battaglie non sono mancate: "Da piccola venivo etichettata come
'la sorella di quei due gemelli di cui uno non e' normale', e in
alcuni momenti questi giudizi hanno un po' pesato. Erano gli anni
'60 e '70, un'epoca in cui l'handicap era piu' relegato ai
margini della societa'. Ma, nonostante tutte le avversita',
Alessandro ce l'ha fatta e oggi e' un uomo che gestisce quasi
tutto di se'. A resistere sono ancora certi miei freni e paure:
non mi perdonerei mai se gli succedesse qualcosa e per questo
desidero che ci sia qualcuno a dormire con lui anche se, di
fatto, e' totalmente autonomo".
A dimostrarlo, e' la vita che Alessandro conduce ogni giorno:
dopo l'impegno nel laboratorio dove svolge lavori manuali,
trascorre le sue giornate nel borgo in cui vive e dove tutti gli
vogliono bene, dagli amici della chiesa a quelli del bar. Una
storia in apparenza ordinaria, con un protagonista straordinario:
"Alessandro potrebbe insegnare molte cose a tante persone
-prosegue Annamaria Bonucci-. Rispetto ad altre situazioni la sua
non e' stata particolarmente difficile, ma per affermarsi nella
vita ci ha messo tanto del suo: ha una sua etica, una sua morale,
sa quello he vuole e non permette che gli si mettano i piedi
addosso". Una positivita' e una determinazione che accomunano
fratello e sorella e che emergono con limpidezza dalle pagine del
libro: "Dopo averlo letto, una mia conoscente mi ha raccontato
delle sue difficolta' familiari con il marito e la figlia
-conclude l'autrice-. Alla fine mi ha detto: 'Se ce l'ha fatta
Alessandro, ce la posso fare anch'io". Di sicuro, il complimento
piu' bello.
(Wel/ Dire)