(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 22 apr. - Per la maggior parte
degli studenti della provincia di Rovigo il carcere e' un luogo
di punizione, ma un giovane su tre si dice possibilista sulla
funzione di rieducazione e risocializzazione. A fotografare le
impressioni degli alunni delle scuole superiori rodigine e'
l'ufficio statistico provinciale che ha condotto, in
collaborazione con l'associazione Gea Mater onlus di Lendinara e
il Granello di Senape di Padova, un'indagine sulla percezione
della criminalita' e delle sue cause nelle classi terze e quarte
di 9 istituti superiori, per un totale di 1.037 questionari
distribuiti.. Il campione era composto da un 81,6% di ragazzi tra
i 16 e 17 anni, di cui il 70% maschi.
Ne e' risultato che per il 43, 9% degli studenti il carcere e'
sinonimo di punizione, mentre il 30,2% pensa che sia possibile un
reinserimento e un altro 19,6 % lo considera un posto di
isolamento ed emarginazione sociale. L'immagine che i giovani
hanno di chi ha commesso il reato e' in larga parte quella di una
persona normale (70%), ma per alcuni studenti si tratta di una
persona "diversa da tutti" (6,9%), mentre per altri "proprio come
me" (7,2%). Solo l'11,2% crede che la persona autrice di reato
abbia "stampato in faccia" il proprio crimine. I motivi che
porterebbero all'illegalita' sono individuati nella poverta' e
nella disoccupazione (48,3%), nella scarsa severita' delle leggi
e dei giudici (31%), nell'ambiente sociale in cui si vive (29,7%)
e nell'appartenenza a una famiglia in cui l'illegalita' e' "cosa
normale" (27,4%).
Sull'alternativa al carcere un 30% si dice a favore ma "solo per
essere curati, per situazioni legate ad alcool e droga".
Assolutamente si' dice invece il 25,4% del campione, secondo cui
il carcere "e' l'unico luogo dove si possono pagare le pene".
Solo un 14,6% sarebbe disposto a considerare una pena pecuniaria
o il lavoro non retribuito. Molto alta, infine, e' la propensione
a mantenere l'ergastolo (74, %), mentre la pena di morte e'
sbagliata per il 52,5% degli studenti, dato controbilanciato da
un altro 27,4% che la ritiene giusta.
(Wel/ Dire)