(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 22 apr. - "La casa esiste gia'":
con questo slogan la Caritas diocesana di Roma lancia una
campagna di "adozione di vicinanza" proposta alle comunita' e
agli istituti religiosi della diocesi per sostenere uno o piu'
nuclei familiari che vivono a "Casa di Cristian" e "Casa
dell'Immacolata", le due comunita' alloggio per mamme con bambini
promosse dalla Caritas romana. Che lancia un appello: "Le Case
non usufruiscono di alcun finanziamento pubblico e da sempre si
sostengono grazie a donazioni spontanee. Senza il contributo di
tutti, sara' difficile continuare a garantirne la sopravvivenza".
Si puo' quindi decidere di "adottare" un nucleo "per 6 mesi, con
un contributo annuo di 500 euro", oppure per un anno intero, "con
un contributo di 1.000 euro", pari a circa 84 euro mensili.
Oppure le comunita' religiose, maschili e femminili, sono
invitate a versare un'offerta libera (tutte le indicazioni su
http://www.caritasroma.it/).
Casa di Cristian e Casa dell'Immacolata sono due centri di prima
accoglienza nati per dare ospitalita' temporanea a centinaia di
mamme con bambini, trovati in strada nelle ore notturne dai
volontari. Sostenute da privati e parrocchie, grazie al lavoro
degli operatori e con l'opera di numerosi volontari, le Case
offrono "un primo sostegno a mamme con bambini che, per uno dei
tanti motivi della vita, hanno bisogno di aiuto materiale e
psicologico", riferisce la Caritas di Roma, sottolineando che
solo lo scorso anno sono state accolte nelle due strutture 58
mamme con 70 bambini. Gli operatori li assistono "oltre la fase
di emergenza fino all'autonomia", favorendo l'inserimento delle
madri nel mondo lavorativo e sociale. "Allo stesso tempo, offrono
al bambino un ambiente sereno, sostenendolo nelle attivita'
scolastiche e ricreative".
"Non sapevo dove andare e mia figlia e' malata di cuore -
racconta Angela -. Per sei mesi la mia casa e' stata
un'automobile. Sono arrivata a Casa di Cristian e ho capito che
li' saremmo state al sicuro". Il primo giorno "la responsabile mi
ha spiegato le regole con calma e un grande sorriso; io ero
spaventata, non conoscevo nessuno, avevo paura di chiedere
qualsiasi cosa". Gradualmente, "sono cresciuta come mamma, ho
imparato come comportarmi con mia figlia, a non viziarla perche'
e' malata. Anche lei qui si sente bene, la mattina va a scuola ma
non vede l'ora di tornare, e' felice con gli altri bambini, si
organizzano giochi, feste, uscite".
Mentre D. - nell'ultimo numero del bimestrale "Millepiedi" della
Casa di Cristian, presente su Facebook con i gruppo "Noi amici
della Casa di Cristian" - confida: "Non ho mai pensato che un
giorno avrei vissuto in una casa famiglia. Ma comunque sono
contenta. Se da una parte ci sono le persone che con ogni piccolo
sorriso ti rendono piu' leggera la giornata e fai fatica a non
affezionarti troppo, cosi' da altra parte ti trovi in un posto
che non e' tuo, dove non c'e' niente che sia tuo, e prima o poi
bisogna andare via, e' solo un passaggio che a volte sembra
un'eternita'. Tante mamme, tanti problemi e disagi. Non voglio
pensare dove sarei potuta finire se non fossi in un posto come
questo".
(Wel/ Dire)