"FARE PASSARE GLI OPERATORI PER RAGGIUNGERE I BIMBI IN PERICOLO"
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 22 apr. - "L'Unicef e'
fortemente preoccupato per gli effetti delle violenze sui bambini
coinvolti nell'escalation dei conflitti in Medio Oriente e Nord
Africa. Continuiamo a condannare gli attacchi contro i civili da
parte dei gruppi armati; esortiamo tutte le parti a lasciare
entrare gli operatori umanitari immediatamente in tutte le zone e
raggiungere i bambini in pericolo". Cosi' il direttore generale
dell'Unicef, Anthony Lake. Secondo Lake, "in Libia, il conflitto
in corso ha compromesso la vita dei bambini e ne ha privati molti
di piu' dei bisogni fondamentali. Soltanto a Misurata, almeno 20
bambini sono stati uccisi e molti altri feriti. Ci sono notizie
particolarmente allarmanti di utilizzo di bombe a grappolo".
Nello specifico, Lake ricorda che "nello Yemen, dall'inizio di
febbraio, almeno 26 bambini sono stati uccisi e oltre 800 sono
stati feriti. In Siria, nel corso delle ultime settimane, nove
bambini sono stati uccisi e molti feriti. Nel Bahrein molti
dimostranti sono stati uccisi o feriti, tra questi c'erano
giovani studenti. Nel sud di Israele, il lancio di razzi a Gaza
continua a colpire i bambini. Questa settimana, un 16enne
israeliano e' morto a seguito delle lesioni, dopo che un razzo
aveva colpito uno scuolabus". E ancora: "Nel territorio
palestinese occupato, dall'inizio dell'anno, otto bambini
palestinesi sono stati uccisi e almeno 48 feriti sia dalle forze
di sicurezza israeliane che dai gruppi armati palestinesi".
Conclude Lake: "Anche prima che la violenza scoppiasse, molti
bambini in questi paesi affrontavano grandi sfide per la propria
sopravvivenza, la propria salute e il proprio benessere. Ora
questi bambini sono ancora piu' a rischio. L'Unicef esorta tutte
le parti a rispettare gli obblighi sanciti dalla Convenzione sui
diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e dal diritto
internazionale umanitario e ad adottare tutte le misure
necessarie per proteggere i bambini dagli effetti diretti e
indiretti delle violenze".
(Wel/ Dire)