(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 15 apr. - Come educare i giovani
oggi, nell'epoca dell'immediatezza e della velocita'? Per Marco
Vagnozzi, che opera nel campo della promozione della salute tra
gli adolescenti, l'educatore odierno non puo' fare a meno di
utilizzare le nuove tecnologie nel proprio lavoro. Sull'uso dei
blog e dei social networks in ambito formativo s'incentra il
progetto "Prevenzione 2.0", descritto ampiamente nel libro. Di
fronte ad una societa' che promuove la ricerca dello sballo e del
rischio estremo, spingendo sempre piu' i ragazzi al consumo di
alcol e droga, due sono gli atteggiamenti piu' comuni da parte
degli adulti, uno repressivo e uno lassista. Vi e' pero' una
terza via, suggerisce l'autore, che e' quella dell'autorevolezza
e del dialogo. Una via che richiede tempo e confronto; da qui
l'esigenza di "fermarsi un attimo", per analizzare cio' a cui
siamo quotidianamente esposti.
Lo spazio virtuale, la tecnologia, non e' altro che uno strumento
complementare all'attivita' educativa face to face,
strutturandosi come luogo stimolante per gli adolescenti per
riflettere e approfondire tematiche che li riguardano, come
l'abuso o la dipendenza da sostanze psicotrope.
L'approccio proposto e' quello della peer education, pensato "non
come trasmissione di nozioni da parte di un presunto esperto, ma
come percorso condiviso e co-costruito, al tempo stesso libero e
ben strutturato, dove gli autentici protagonisti siano i giovani,
con i loro legittimi dubbi, le loro ansie, ma anche con le loro
idee, i loro valori, le loro proposte". Il progetto sperimentato
da Vagnozzi ha infatti anche questo vantaggio: prevenire il
disagio tramite il coinvolgimento emotivo degli adolescenti e
l'influenza reciproca del gruppo nelle loro scelte decisionali.
(Wel/ Dire)