(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 15 apr. - Il Sistema di
protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) e'
costituito dalla rete degli enti locali che - per la
realizzazione di progetti di accoglienza integrata - accedono,
nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le
politiche e i servizi dell'asilo. Gli enti locali, con il
supporto delle realta' del terzo settore, garantiscono vitto e
alloggio, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso
la costruzione di percorsi individuali di inserimento
socio-economico. Secondo il rapporto annuale 2010 dello Sprar a
cura di Anci, ministero dell'Interno e Fondazione Cittalia, fra
il 2002 e il 2009 sono stati accolti 26.432 richiedenti e
titolari di protezione internazionale, per il 74% uomini e per il
26% donne. Rispetto al 2004, quando il 40% degli accolti aveva
un'eta' compresa fra i 21 e i 30 anni, nel 2009 la fascia d'eta'
con il numero maggiore di accolti (il 39,6%) e' quella che
comprende le persone di 18-25 anni. Tra il 2004 e il 2009,
inoltre, c'e' stato un incremento percentuale del 42% del numero
dei nuclei familiari accolti nei progetti Sprar.
I paesi di provenienza. Nel decennio considerato, i paesi
maggiormente rappresentati nel sistema sono stati Eritrea,
Somalia, Afghanistan, Etiopia, Nigeria e Turchia.
I minori accolti. E' aumentata sostanzialmente la presenza dei
minori non accompagnati richiedenti asilo: nel 2006 gli accolti
erano 31, mentre nel 2009 sono stati 320. E sono 529 i bambini e
le bambine che dal 2005 al 2009 sono nati in Italia da una mamma
accolta nei progetti Sprar.
Quasi la meta' trova casa o lavoro. Quasi la meta' delle persone
uscite dai progetti Sprar nel corso dell'anno 2009 ha conseguito
un'abitazione autonoma o un lavoro, sul territorio o fuori dal
territorio di accoglienza. Ad aver avuto una "uscita per
integrazione" dal sistema sono state, nel corso del 2009, 1216
persone su un totale di 2840 beneficiari complessivi. Altri 846
sono stati dimessi per la scadenza dei termini temporali, mentre
598 hanno abbandonato il progetto di accoglienza che era stato
proposto. Piu' marginale la rilevanza di chi si e' allontanato
(162 persone) e di chi ha scelto il rimpatrio volontario (18
casi). Ad uscire dal sistema Sprar anzitempo avendo trovato casa
e lavoro sono soprattutto uomini single provenienti soprattutto
dall'Eritrea, dalla Somalia e dall'Afghanistan, specialmente
giovani tra i 18 e i 27 anni.
Domande d'asilo in calo. Nel 2009 sono state presentate alle
commissioni territoriali 17.603 nuove istanze di asilo, quasi la
meta' in meno rispetto al 2008 (- 42,3%). Il calo riguarda
soprattutto la caduta significativa dei migranti giunti via mare
sulle coste italiane nel corso del 2009 (-90%), che hanno
influito sul decremento nelle domande di asilo interrompendo un
trend positivo che continuava ininterrottamente dal 2004.
L'andamento delle domande presentate in Italia nel corso degli
ultimi 10 anni, infatti, ha presentato un ritmo discontinuo:
prima in diminuzione dal 2000 al 2005 dopo l'alto numero di
istanze presentate nel '99 da cittadini provenienti dall'ex
Yugoslavia, e poi in aumento significativo sino al 2008, per fare
ritorno nel 2009 ad un livello simile a quello registrato nel
2001. Il maggior numero di riconoscimento dello status di
rifugiato ha riguardato, per l'anno 2009, cittadini provenienti
da Eritrea (411), Somalia (252), e Afghanistan (214), che
risultano i maggiori destinatari anche della concessione di
protezione sussidiaria, ma in tale contesto la Somalia ha
superato di gran lunga (2193) l'Eritrea (914) e l'Afghanistan
(501).
Il 30% ha un diploma o una laurea. Elaborare una procedura
standard per il riconoscimento dei titoli di studio conseguiti
nei loro paesi di origine da rifugiati e titolari di protezione
internazionale. E' questo lo scopo, particolarmente faticoso da
raggiungere oggi per difficolta' oggettive e complicazioni
burocratiche, che si propone il progetto Pro.ri.ti.s., finanziato
dal ministero dell'Interno con gli stanziamenti del fondo europeo
per i rifugiati e gestito dall'associazione Parsec, dall'Asgi
(Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione), dalla
cooperativa Co.ge.s e del consorzio Nova. Secondo i dati a
disposizione dello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti
asilo e rifugiati), tra le persone ospitate nei centri di
accoglienza circa il 30% ha un titolo di studio medio alto, un
diploma di scuola superiore o una laurea. Titoli di studio che di
solito rimangono chiusi in un cassetto.La fase successiva del
progetto e' la definizione di un programma pilota che stabilisca
una procedura condivisa da Ministeri, enti, autorita' scolastiche
e universitarie per riconoscere i titoli di studio conseguiti nei
loro paesi d'origine.
(Wel/ Dire)