MENO COMUNITÀ, PIÙ AFFIDO: L'IMPEGNO DEL VENETO
"IN COMUNITA' IL 49% DEI BAMBINI, DOBBIAMO ARRIVARE AL 10%"
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 5 apr. - "Dobbiamo ridurre il
numero dei minori in comunita', preferendo l'affido. Ora sono il
49% dei bambini allontanati dalla famiglia: dobbiamo arrivare al
10%".
Torna a perorare la causa dell'affido l'assessore regionale alle
Politiche sociali Remo Sernagiotto, che oggi ha dato il via alla
seconda giornata del convegno internazionale "Fa.re famiglie
responsabili" dedicatoalla pratica dell'affido. E il ministro del
Lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi, intervenuto
per i saluti di apertura, invita a una "presa in carico completa
della famiglia in difficolta'. Presa in carico che va sottratto a
forme istituzionali".
Il ministro ricorda che "la nostra societa' deve ovunque
diffondere il valore del dono, che quando e' realizzato dalla
famiglia verso i minori in difficolta' realizza una forte
attivita' relazionale che incrementa il capitale sociale". Se e'
vero che l'affido riguarda perlopiu' minori italiani, Sacconi
precisa che "un'altra sfida e' quella dei minori immigrati
abbandonati, che hanno diritti indiscutibili: proprio per questo
dobbiamo essere pronti ad accoglierli".
Nello specifico del contesto veneto, Sacconi assicura che la
regione dispone di risorse sufficienti per diffondere l'affido e
rimanda al governo regionale la promozione e l'incentivazione
dell'affido. I dati al 2009 parlano di 1.006 ragazzi in affido,
contro i 956 inseriti in comunita'. In tutto, i minori
allontanati dalle proprie famiglie rappresentano l'1,96% del
totale dei minori. La fascia d'eta' piu' diffusa e' quella dei
6-10 anni (25,6%) e degli 11-14 (28%). Il 76,4% dei minori in
affido sono italiani. Per quanto riguarda il capitolo delle
risorse, l'assessore Sernagiotto torna a fare dei conti che gli
sono molto cari: "Il 51% dei minori in affido costano 3,5 milioni
di euro, mentre il 49% in comunita' costano 25 milioni. Ecco
un'altra ragione per percorrere la via dell'affido". E conclude:
"Il 2011 sara' l'anno del salto di qualita', ma tengo a precisare
che non dobbiamo inventare niente: la famiglia sa cosa fare da
se', noi dobbiamo solo incentivare e promuovere".
(Wel/ Dire)
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