IL DECALOGO DI SAVE THE CHIDREN SU COME PROTEGGERE I GIOVANISSIMI
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 5 apr. - A quasi due anni dal
terremoto che a l'Aquila e nei comuni del cratere ha provocato
308 vittime - di cui 22 con meno di sedici anni - oltre 1500
feriti, piu' di 65000 sfollati e circa 23000 case distrutte,
l'associazione Save de Chidred, ha presentato stamani un
vademecum in 10 punti su come proteggere i giovanissimi nelle
emergenze e rafforzare la capacita' dei minori e delle comunita'
di prevenire e rispondere a future catastrofi naturali.
L'organizzazione, che dall'aprile 2009 ad oggi ha seguito circa
2600 bambini e adolescenti, l'ancia cosi' l'appello affinche'
l'Italia si doti di un protocollo operativo unico sulla
protezione dei minori che venga accettato e validato da tutti gli
attori coinvolti: protezione civile, personale sanitario,
volontari, operatori sociali, psicologi, scuole e alle comunita'
locali. "Guardando indietro alla drammatica emergenza posta dal
sisma all'Aquila nell'aprile di 2 anni fa e a tutta la fase di
post emergenza e di ricostruzione - ha spiegato Valerio Neri,
Direttore Generale Save the Children Italia - abbiamo constatato
come i bambini, nel sistema di protezione ed intervento
emergenziale ma anche nella cruciale fase di uscita
dall'emergenza e di recupero, siano quasi invisibili,
praticamente mai nominati e considerati come gruppo a se' stante,
bisognoso di specifici e prioritari interventi".
A partire da questa situazione, il decalogo stilato da Save the
Children, da' per la prima volta indicazioni specifiche per la
protezione dei minori in emergenza ma anche in post emergenza.
Nei 10 punti presentati viene spiegato come da subito, in
un'emergenza, debbano entrare in azione degli esperti di
protezione dei minori che si occupino per quanto possibile di
proteggere i bambini dall'esposizione ad eventi angoscianti e
violenti; che sia previsto subito anche un supporto psicologico
stabile e continuativo per i minori e assicurata la presenza
costante di un pediatra nei Punti Medici Avanzati; che nelle
strutture di accoglienza di emergenza sia garantita l'unita'
familiare; che siano costituite delle "aree a misura di bambino"
nelle tendopoli dove i bambini possano giocare e recuperare un
senso minimo di normalita'. L'ultimo punto del decalogo riguarda
infine le attivita' di prevenzione, che debbono coinvolgere in
modo sistematico i bambini. In particolare i piani comunali di
protezione civile debbono contenere specifiche misure per
l'infanzia, gli edifici scolastici debbono rispettare gli
standard di sicurezza e nelle scuole debbono svolgersi
regolarmente attivita' di protezione civile.
(Wel/ Dire)