RICERCA DELLA FONDAZIONE SILVANO ANDOLF: NON SONO OTTIMISTI
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 5 apr. - Si sentono inseriti nel
tessuto sociale e risultano poco trasgressivi gli adolescenti
stranieri di seconda generazione: hanno amici e il cellulare,
navigano sul web e amano vestirsi secondo i trend della moda, ma
non vanno in discoteca ne' fanno abuso di sostanze alcoliche o
stupefacenti, non fumano e non saltano la scuola; di rado
rincasano molto tardi. Tuttavia, i giovani immigrati non sono
molto ottimisti: ben il 76,7% pensa di non avere alcuna
possibilita' di cambiare il mondo, anche se il 54,8% si impegna
nel sociale, motivato ad aiutare gli altri e a migliorare la
societa' in cui vive riferendosi, nel 18% dei casi, ai fenomeni
di razzismo e discriminazione. È la fotografia scattata dalla
ricerca "Le seconde generazioni e il problema dell'identita'
culturale: conflitto culturale o generazionale?", presentata
stamattina al Cnel e curata dalla Fondazione Silvano Andolfi.
Voluto dallo stesso Cnel - in particolare, dall'Organismo
nazionale di Coordinamento per le politiche d'integrazione
sociale degli stranieri -, lo studio evidenzia che i ragazzi
stranieri che vivono nel nostro Paese "si riconoscono nella
nostra societa' molto piu' dei loro coetanei italiani e credono
che la famiglia sia una risorsa per l'integrazione". L'indagine
si e' basata su un campione di 751 adolescenti, di eta' compresa
tra i 15 e i 19 anni, di cui 414 di origine straniera e 337 di
origine italiana (gruppo di controllo), reclutati all'interno
delle scuole superiori.
La maggioranza del campione (90%) e' arrivato in Italia nella
primissima infanzia dall'Europa dell'Est (29,3%), dal Nord Africa
(27,8%) e dall'Asia (24,7%) ed e' in prevalenza di religione
islamica (44,2%). Gli adolescenti immigrati appartengono a
famiglie piu' numerose rispetto a quelle dei coetanei italiani,
in cui la madre e' nella maggior parte dei casi casalinga (38,9%)
o lavora come collaboratrice domestica/badante (29,2%), mentre il
padre e' operaio (40,1%).
Buona parte dei ragazzi interpellati (64,5%) ritiene che la
propria famiglia sia una risorsa per l'integrazione e nel 70% dei
casi tutti i componenti parlano italiano anche in casa. E le
seconde generazioni dichiarano di sentirsi vicine allo stile di
vita italiano (79%), mentre i tre quarti del campione ritiene che
la propria famiglia sia bene integrata in Italia, dove la
societa' non e' poi cosi' diversa dalla sua. Gli italiani,
invece, ritengono piu' degli stranieri che le proprie famiglie
disprezzino la nostra societa' e sentono di non somigliarle.
Infine, i giovani immigrati non hanno grandi difficolta'
scolastiche, ne' problemi di integrazione con compagni e
insegnanti, ma allo stesso tempo nemmeno molta voglia di
studiare. Quali sono i loro sogni? Aiutare economicamente la loro
famiglia di origine (64,5%) e trovare un lavoro stabile e sicuro
(63,4%), andare a vivere all'estero (44,6%) e frequentare
l'universita' (40,1%).
(Wel/ Dire)