OPERATORI, BIMBI E FAMIGLIE IN UNA RICERCA PER LA REGIONE VENETO
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 5 apr. - Incertezza dei tempi di
affido, scarsa informazione relativamente al progetto, poca
partecipazione dei soggetti coinvolti, percezione di
insufficiente supporto alla famiglia di origine: sono queste le
criticita' della pratica dell'affido, evidenziate da una ricerca
qualitativa svolta in Veneto nell'ambito di un progetto europeo
mirato a individuare i problemi ma anche i punti di forza
dell'affido, ascoltando la voce di operatori, minori, famiglie
affidatarie e di origine. Tra i punti a favore gli intervistati
veneti indicano la formazione destinata al nucleo che accoglie il
minore.
"Dal punto di vista degli operatori- spiega Rebecca Zanuso,
ricercatrice senior dell'istituto Synergia che ha elaborato la
ricerca per il Veneto- uno dei temi caldi e' proprio quello dei
tempi del progetto: il fatto che l'allontanamento del minore
dalla famiglia di origine sia una soluzione temporanea e' il
concetto chiave della pratica d'affido, eppure spesso gli
assistenti sociali si trovano davanti ad affidi sine die, molto
lunghi. Gli operatori manifestano il bisogno di regolamentare
questa diversita', riconoscendo appunto che ci sono casi in cui
l'affido non puo' essere di breve durata".
La ricerca evidenzia anche l'aumento di casi che coinvolgono
minori stranieri: "In questo caso- riflette Zanuso- si pone il
problema se sia meglio l'affido omoculturale o quello
eteroculturale".
Per quanto riguarda i minori e le famiglie di origine
intervistate, questi ritengono positiva la relazione che viene
instaurata con le famiglie affidatarie, mentre valutano
negativamente il grado di coinvolgimento e di partecipazione alle
decisioni relative al progetto. Criticita' sono riscontrate anche
in merito ai supporti psicologici e pratici previsti. Infine, le
famiglie affidatarie valutano come fondamentale il coinvolgimento
dell'intero nucleo e in particolare dei figli naturali e
riconoscono l'importanza del supporto delle associazioni di
famiglie. Se e' ritenuta positiva la formazione ricevuta, trapela
insoddisfazione per il grado di coinvolgimento del progetto e
l'impressione di un insufficiente supporto alla famiglia di
origine.
(Wel/ Dire)