PER I BIMBI FINO A 2 ANNI LE FAMIGLIE SCELGONO ANCORA I NONNI.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 1 apr. - In Italia si investe
meno nei nidi rispetto agli altri Paesi europei. La
disponibilita' dei nidi e', infatti, molto bassa (10%), mentre in
Spagna, ad esempio, e' del 20%, in Francia del 30% e in Danimarca
del 60%. I bambini tra 3 e 5 anni che frequentano la materna sono
circa il 90%, una proporzione piu' alta rispetto ad altri Paesi,
ma le cose cambiano se si guarda ai dati sui bambini tra 0 e 2
anni: solo il 23% va al nido e vi e' un uso piu' alto di
childcare informale (nonni, baby sitters, amici) analogamente a
quanto avviene in Grecia. È quanto emerge dalla ricerca "Esiti
scolastici e comportamentali, famiglie e servizi per l'infanzia"
della Fondazione Giovanni Agnelli di Torino. "In Italia il 50%
delle famiglie preferisce che i bambini siano accuditi in
famiglia - spiega Silvia Pasqua, ricercatrice all'Universita' di
Torino che ha curato la ricerca insieme a Daniela Del Boca - in
particolare dai nonni". Il problema e' che l'eta' pensionabile si
sposta sempre piu' avanti, i nonni spesso vivono lontani e le
babysitter costano molto. "Non dimentichiamo poi che e'
importante non solo la quantita' di tempo che si dedica ai
bambini - continua - ma anche la qualita'".
Nidi privati, e' boom in Italia. La ricerca rivela che si e'
passati dal 7% del totale del 1997 al 20% nel 2000, al 39% nel
2005 e al 42% nel 2008. In Emilia-Romagna prevalgono ancora pero'
i nidi pubblici. L'Emilia-Romagna e' la regione che investe di
piu' sui nidi (piu' del 25%) insieme a Umbria e Toscana. Nel Sud
copertura tra il 6 e il 13%. Per quanto riguarda i costi, un
bambino al nido in Italia costa mediamente 600 euro, 300 in
Emilia-Romagna dove la spesa e' coperta per il 60% dall'ente che
eroga il servizio e il restante 40% e' pagato dalle famiglie.
"Chi ha frequentato il nido - aggiunge Pasqua - ha risultati
piu' alti nei test che verificano il livello delle capacita'
cognitive e comportamentali". Dai dati risulta che i bambini che
hanno frequentato il nido hanno risultati migliori a scuola
(dalle elementari all'Universita'). A livello cognitivo i bambini
che vanno nei nidi sono piu' estroversi, piu' indipendenti, sono
meno ansiosi e migliorano le loro qualita' linguistiche e
scolastiche.
A livello non cognitivo gli effetti positivi di aver frequentato
il nido sono: una maggiore capacita' di ascolto, di
concentrazione, di gioco e cooperazione.
Le liste d'attesa pero' sono ancora molto lunghe. "Servono
investimenti consistenti per aumentare la disponibilita' di asili
nido e rendere omogenea l'offerta sul territorio - conclude
Pasqua - Le liste di attesa sono lunghe e l'auspicato aumento
dell'occupazione femminile fara' crescere ulteriormente la
domanda per il servizio: aumentare il numero dei nidi pero' non
basta, occorre migliorare la qualita' del servizio e monitorare
il privato perche' mantenga standard elevati".
(Wel/ Dire)