UN OBBLIGO EVIDENZIARE REATI-CONDANNE NEI MATERIALI PUBBLICITARI
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 28 set. - In Italia, un quinto
degli enti turistici infrange la legge (la numero 38/2006) che
prevede per "gli operatori turistici l'obbligo di inserire sempre
in maniera evidente nei materiali propagandistici, nei programmi,
nei documenti di viaggio consegnati agli utenti, nonche' nei
propri cataloghi generali o relativi a singole destinazioni,
l'avvertenza che la legge italiana punisce con la reclusione i
reati concernenti la prostituzione e la pornografia minorile,
anche se commessi all'estero". Lo ha denunciato Stefano Landi,
membro del direttivo di Aitr (Associazione italiana turismo
responsabile) e consigliere dell'Ecpat, intervenuto a Roma alla
presentazione del corso anti-turismo sessuale realizzato da
Ecpat. Il dato e' ricavato dallo studio dell'Osservatorio
nazionale per l'applicazione della legge nel settore turismo, che
per il 2010 registra comunque un miglioramento: sono il 5% in
piu' i tour operator che rispettano la legge rispetto al 2009.
Sul web, pero', la musica cambia: solo il 2,4% infatti mette
l'avvertenza in home page come previsto dalla legge.
C'e' un concetto, pero', che dovrebbe far si' che le imprese,
in futuro, siano piu' attente. Si tratta della "responsabilita'
sociale d'impresa", oggetto sempre piu' frequente dei dibattiti
in ambito internazionale. Alfredo Ferrante, direttore della
divisione Responsabilita' sociale d'impresa presso il ministero
del Lavoro, spiega che "il concetto si perde nel calderone del
'sociale', ma in realta' sta a significare che le imprese non
devono limitarsi al profitto, ma tenere conto dell'impatto che
hanno le loro attivita'". In altri termini, su di esse pesa una
responsabilita'. Allo Stato poi sta il compito di monitorare
sulla rete di interrelazioni fra le imprese, gli utenti e il non
profit. "La chiave di volta- conclude Ferrante- sta nella
responsabilita' e nella collaborazione".
Questa nuova cultura del turismo, consapevole e collaborativo,
comincia a fare breccia soprattutto all'interno delle singole
aziende turistiche. Sempre a quanto dice lo studio
dell'Osservatorio nazionale per l'applicazione nel settore
turismo, infatti, il personale coinvolto nella sensibilizzazione
al tema del turismo sessuale nel giro di un anno passa dal 38% al
47%, in particolare attraverso briefing interni (71,4% dei casi).
Un notevole balzo in avanti contraddistingue anche l'attivita' di
comunicazione nei confronti dei fornitori locali, passata dal 15%
al 22,7% degli operatori; una attivita' svolta il piu' delle
volte con l'inserimento di specifiche clausole nei contratti (48%
dei casi).
(Wel/ Dire)