PICCOLI CANTANTI TV, "PERICOLO? DIPENDE DAI GENITORI"
CASTELBIANCO: "NO ASPETTAVIVE, AI FIGLI DIANO ESPERIENZA GIOCOSA"
(DIRE) Roma, 17 set. - Dopo le vacanze estive si torna al lavoro,
a scuola, e ricominciano i programmi televisivi che tengono
compagnia a grandi e piccoli. E proprio a proposito di tv, da
pochi giorni sono ripartiti programmi come "Ti lascio una
canzone", condotto da Antonella Clerici su Raiuno, e "Io canto",
presentato da Gerry Scotti su canale 5. In entrambi i casi
bambini o adolescenti mettono in campo le loro doti canore, in
una specie di talent show. Il pubblico vota da casa e elegge il
vincitore. Quanto e' corretto, pero', lasciare che minori
partecipino a programmi televisivi che vanno in onda la sera fino
a tardi e, nel caso specifico, interpretino testi scritti da
adulti e che contengono storie non adatte alla loro eta'? Tutto
cio' che effetto puo' avere sulla loro giovane eta'? A rispondere
e' Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta'
evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia (Ido) di
Roma: "E' giusto porsi la questione, ma bisogna tener conto di
diversi aspetti. Intanto- spiega- il fatto che bambini
partecipino ad una attivita' che riguarda un loro talento (e non
ad esempio una sfilata di moda), e partecipano attivamente, non
solleva molti aspetti critici. Inoltre, il modo di trattare i
bambini in queste trasmissioni e' accudente e rispettoso.
Sicuramente la partecipazione a questo tipo di programmi puo'
indurre il bambino ad aspettarsi un futuro da star e nello stesso
tempo vantarsi con i propri amichetti, suscitando uno spirito di
emulazione. Ma nel complesso- sottolinea Castelbianco- non ci
puo' essere un giudizio negativo, anche perche' basta andare in
uno dei tanti campetti di calcio di periferia per vedere come i
bambini che giocano a pallone vengono spinti e incitati in modo
diseducativo da parte dei genitori e di qualche allenatore".
Per quello che riguarda i testi delle canzoni che i piccoli
interpretano, l'esperto spiega come "in molti casi non c'e'
consapevolezza di quanto cantato". E aggiunge: "Dobbiamo
ricordarci che i bambini sono sottoposti quotidianamente a
messaggi che trasmettono violenza, amore e sesso da parte di tv,
cinema, cosi' come tali sollecitazioni arrivano dai rapporti con
coetanei piuttosto che con persone piu' grandi". Ma spesso i
messaggi diseducativi vengono trasmessi ai bambini all'interno
della famiglia: "Circa il 40% delle coppie con figli si separa-
afferma lo psicoterapeuta- e la causa principale, nella quasi
totalita', e' un rapporto extra coniugale. In questi casi-
avverte- i bambini possono vivere e ascoltare realta' nelle quali
si parla di amore e sesso usando insulti e modalita' di
comunicazione molto dure".
"Dunque, appare chiaro che il problema non sono i testi delle
canzoni o la partecipazione a programmi televisivi. Il problema
della partecipazione e' determinato solo dal modo in cui i
genitori fanno vivere questa esperienza ai loro figli. Fate
vivere ai vostri figli esperienze di questo genere come belle e
giocose- consiglia Castelbianco- non come il principio di una
carriera nello spettacolo".
(Wel/ Dire)
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