(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 14 set. - Nonostante i
nutrizionisti ribadiscano l'importanza fondamentale del primo
pasto mattutino che, per ridurre l'obesita' e iniziare al meglio
la giornata, dovrebbe rappresentare circa il 20% delle calorie
ripartite nell'arco delle 24 ore, il 64% dei giovani dai 6 ai 16
anni, per cattive abitudini dei genitori o mancanza di tempo, la
salta del tutto o quasi. È quanto emerge da una recente ricerca
commissionata da Buondi', la storica merenda che accompagna da
sempre la prima colazione degli italiani, effettuata su 180
famiglie per monitorare come sta cambiando tra gli italiani
l'approccio alla prima colazione. Degli oltre 6 milioni di
ragazzi alla vigilia dell'anno scolastico, infatti, la maggior
parte salterebbe la prima colazione, pur avendo bisogno di essere
in piena forma psicofisica per poter iniziare l'anno al meglio. I
pediatri concordano nel consigliare ai piu' giovani, il cui
organismo in crescita necessita di un rifornimento energetico
piu' articolato nel tempo, di ripartire le calorie da assumere
durante l'intero arco della giornata dedicandone alla prima
colazione circa il 20%, il 30% al pranzo ed alla cena e il 10% ai
due intervalli di meta' mattina e meta' pomeriggio. Solo il 22%
degli scolari viene infatti abituato dai propri genitori a fare
abitualmente un'abbondante colazione prima di uscire di casa,
accompagnando, a una tazza di latte o yougurt, fette biscottate,
merendine o frutta, mentre il restante 14% lo fa solo
saltuariamente o non assimilando le giuste calorie necessarie ad
iniziare al meglio la giornata.
La soluzione, secondo alcuni esperti nutrizionisti, potrebbe
arrivare dalla scuola, con l'introduzione di un secondo
intervallo in mattinata, almeno per gli alunni della primaria,
per sopperire alla scarsa attenzione riservata alla prima
colazione dai genitori distratti e frettolosi, e per insegnare
cosi' ai piu' giovani una corretta educazione alimentare.
"Concedere agli studenti due pause in mattinata - spiega in
una nota Pietro Antonio Migliaccio, presidente della Societa'
italiana di scienza dell'alimentazione (Sisa)- li aiuterebbe a
mantenere costante il livello di attenzione e ad arrivare meno
affamati a pranzo evitando cosi' le 'abbuffate'. Gestendo con
maggiore controllo cio' che si mangia durante i pasti principali
- conclude- si ottiene anche una significativa riduzione dei
rischi obesita'."
(Wel/ Dire)