DEEJAY, MAKE UP ARTIST: UN MESTIERE CONTRO IL DISAGIO
"FUORIDELLAPORTA" PROPONE CORSI, RIPETIZIONI, ASCOLTO.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 10 set. - Dal corso di deejay a
quello di make up, alla ricostruzione unghie. E poi incontri in
discoteca, uscite in comitiva e appuntamenti in piazza Campo de'
Fiori: il disagio giovanile si contrasta anche cosi'. Ne e'
convinto don Giovanni Carpentieri, assistente ecclesiale
dell'associazione "FuoriDellaPorta", nel quartiere Cinecitta'.
Che si tratta di un prete te ne accorgi soltanto dal colletto che
porta slacciato, per il resto coi suoi modi informali e l'accento
romanesco, si confonde perfettamente tra i ragazzi del quartiere
Tuscolano, che ogni giorno passano a trovarlo nella sua
associazione di via del Quadraro. Una vera e propria casa aperta
a due passi dal parco degli Acquedotti, con tanto di cucina e
dormitorio, dove intercettare i giovani e stargli accanto nel
difficile periodo dell'adolescenza. Senza forme di
evangelizzazione convenzionale, pero', ma attraverso strumenti
"pop" che piu' si avvicinano al gusto dei ragazzi.
"A Roma incontriamo una fascia giovanile adolescenziale
invisibile, che potremmo definire con disagio giovanile
abbastanza forte. Questi ragazzi non hanno una problematica
chiara, specifica e visibile, hanno tutto e un po' di tutto, sono
ragazzi normali, di famiglie normali che all'improvviso esplodono
con tante poverta'. La miseria della droga e dell'alcol, con
alcune modalita' di vita che poi leggiamo tragicamente sui
giornali - racconta don Giovanni -. E' una fascia invisibile che
la vedi solo se la vai ad agganciare negli ambienti che
frequenta, che possono essere la piazzetta, le discoteche, la
comitiva o i grandi spazi di Roma. Ed e' li' che noi ce li
andiamo a "capare." Il primo e piu' importante step e', infatti,
quello dell'incontro. Ed e' proprio per questo che con i
volontari dell'associazione, don Giovanni passa alcuni sabato
pomeriggio in due note discoteche della capitale, lo Spektra e
l'Heaven, e si presenta ai ragazzi proponendo i corsi
dell'associazione. Un sabato al mese, poi, il gruppo fa tappa
fissa a Campo de' fiori e li' con un'unita' mobile di strada, una
make up artist professionista offre lezioni di trucco all'aperto
alle ragazze che passano, invitandole poi a continuare
l'attivita' nei locali dell'associazione. Tra queste non mancano
giovani turiste straniere che scelgono la nota piazza romana per
sbronzarsi, o adolescenti della Roma bene in cerca di una serata
al limite."Contattiamo le ragazze in strada per presentare il
corso - racconta Barbara Solla -. Ovviamente cerchiamo di
agganciare quelle che presentano un disagio. Il nostro obiettivo
e', infatti, di dare loro un'opportunita' professionale, di
fargli imparare un mestiere. Ma ci basta anche solo avviare un
contatto con loro per poter essere, poi, un punto di
riferimento".
Diverse sono le attivita' che si svolgono all'interno
dell'associazione. C'e' chi passa per imparare a suonare, chi per
avere ripetizioni di matematica o chi semplicemente per fare due
chiacchiere, per raccontare come ha passato la serata o stare un
po' di tempo in compagnia. "L'associazione e' nata nel 2004 per
avere una presenza costante negli ambienti dove si incontrano i
ragazzi, seguendo un progetto del settore volontariato della
Caritas diocesana di Roma, che si chiama "Compagni di strada" -
racconta la presidente dell'associazione Simona Vasallucci -.
Siamo partiti con un'unita' di strada nel centro commerciale
Cinecitta'2, nella zona Tuscolana, poi abbiamo deciso di
spostarci nelle discoteche pomeridiane e a Campo de' fiori.
Essere fuori della porta per noi significa, infatti, vivere la
strada anche in maniera positiva, cercando di far emergere le
risorse che ogni ragazzo ha, ma anche cercando di rispondere ai
loro problemi". Dopo una mappatura del territorio e una volta
individuati i luoghi di incontro dei giovani, i volontari danno
vita al cosiddetto "aggancio". "Si conosce la comitiva e una
volta instaurata una relazione stabile, si continua con quella
che viene definita 'fase della microprogettualita'', la presa in
carico vera e propria - continua Simona -. Con ogni ragazzo si
porta avanti, cioe', un progetto specifico legato alle sue
esigenze particolari". "I ragazzi sanno che siamo da loro una
volta alla settimana e dopo un po' ci aspettano e con loro si
instaura una relazione duratura - aggiunge Danilo Suriani,
volontario dell'associazione - ma in prospettiva l'idea e' di
fargli abbandonare il gruppo, il rischio e' infatti quello di
fare le chiocce. Noi vogliamo invece mettere le ali a questi
ragazzi, vivere con loro questo bellissimo momento della vita e
le potenzialita' che la strada offre".
(Wel/ Dire)
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