I CAMBIAMENTI NEI COMPORTAMENTI SOCIALI NEGLI ULTIMI 20 ANNI
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 10 set. - Come stanno cambiando
i comportamenti sociali in Europa? E come questi cambiamenti
hanno influenzato, ad esempio, il numero di divorzi oppure la
percentuale di nascite fuori del matrimonio nel corso degli
ultimi venti anni? A quanto ammonta la spesa pubblica degli Stati
Ue e in che modo sono distribuite le risorse tra previdenza,
sanita' e istruzione? Quali sono gli sviluppi recenti nel campo
della formazione permanente? Le risposte a queste e molte altre
domande sono nell'edizione 2010 dell'Annuario statistico europeo
"L'Europa in cifre" diffuso oggi da Eurostat, l'Istituto di
statistica della Commissione europea. Si tratta di una selezione
completa di dati statistici riguardanti tutti i paesi Ue,
accompagnati da testi esplicativi che, oltre a tracciare un
panorama dell'Unione europea, puo' essere utilizzata come una
guida per la vasta gamma di dati disponibili gratuitamente sul
sito di Eurostat e nelle sue banche dati on-line.
Nel capitolo dedicato all'economia risalta la crescita dei
paesi tradizionalmente meno ricchi e il corrispettivo
rallentamento nei paesi piu' ricchi. Il dato e' particolarmente
evidente per l'Italia: fatto pari a 100 il Pil pro-capite a
parita' di potere d'acquisto, negli ultimi 10 anni il valore del
Pil Italiano ha perso 20 punti. La Francia ne ha persi invece 9,
la Germania 6, il Regno unito 1. La Spagna e' addirittura
aumentata di 9 punti.
Nel medesimo periodo, l'indicatore del Pil e' cresciuto di 13
punti in Bulgaria, 10 in Polonia, Ungheria e Repubblica ceca, 11
in Slovenia. Discorso analogo per quanto riguarda la
produttivita' del lavoro. In Italia, nell'ultimo decennio la
produttivita' pro-capite e' calata di 22 punti. In Francia e'
diminuita di 5 punti e mezzo, in Germania di 5, in Spagna di 3.
Nel Regno Unito e' cresciuta di 1.6. Nello stesso arco di tempo
e' invece cresciuta di 12 punti in Polonia e Ungheria, di 12.5 in
Slovacchia, di 9 in Bulgaria.
Nel capitolo Popolazione, oltre ai dati gia' noti
sull'invecchiamento e sull'immigrazione, i nuovi modelli
familiari sono quelli che maggiormente incidono sui cambiamenti.
La percentuale di nascite fuori del matrimonio e' raddoppiato
negli EU27 nel corso degli ultimi venti anni. Aumentano i
divorzi, mentre il tasso di matrimoni e' diminuito nell'Ue da 6,3
matrimoni ogni 1.000 persone a 4,9 nel 2008. I tassi di matrimoni
piu' alti nel 2008 sono stati rilevati a Cipro (7,7), Lituania
(7,2), Romania (6,9), Danimarca e Polonia (6,8). I piu' bassi in
Slovenia (3,3), Bulgaria (3,6), Lussemburgo (3,9), Ungheria (4,0)
e Italia (4,1). La percentuale di nati vivi fuori dal matrimonio
e' invece raddoppiata: dal 17,4% del 1990 al 35,1% nel 2008.
Questa percentuale e' aumentata in tutti gli Stati membri
tranne la Danimarca, dove e' rimasto quasi stabile al 46%. In
Svezia e' aumentata dal 47% al 55%. Piu' della meta' delle
nascite sono fuori del matrimonio anche in Estonia (59,0%),
Slovenia (52,8%), Francia (52,6%) e Bulgaria (51,1%). Le
percentuali piu' basse sono state registrate in Grecia (5,9%),
Cipro (8,9%), Italia (17,7%) e Polonia (19,9%) Altro capitolo
importante la spesa pubblica, che nell'Ue rappresenta il 46,8%
del Pil. Le percentuali piu' elevate si registrano in Svezia
(53,0%), Francia (52,7%), Danimarca (51, 8%) e Belgio (50,0%). Le
piu' basse in Slovacchia (34,8%), Lussemburgo (37,2%), Bulgaria
(37,3%) e Lituania (37,4% ). In Italia la spesa pubblica
rappresenta il 48,9% del Pil. La spesa per l'istruzione
rappresenta nella media Ue il 5,2% del Pil. In Italia e' del
4,6%. Spendono piu' dell'Italia, tra gli altri, paesi come la
Repubblica ceca, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia,
Romania, Portogallo, Slovenia.
Infine la formazione degli adulti. Spicca in questo caso la
situazione dei paesi nordici. L'apprendimento permanente e' piu'
comune nei paesi nordici. Nell'Ue del 2009, e' stato in
formazione il 9,3% delle persone di eta' 25-64 anni. Le
percentuali piu' elevate in Danimarca (31,6%), Svezia (22,2%),
Finlandia (22,1%), Regno Unito (20,1%) e Paesi Bassi (17,0%). Le
piu' basse in Bulgaria (1,4%), Romania (1,5%) e Ungheria (2,7%).
Piuttosto bassa anche la percentuale italiana: 5,6% per gli
uomini, 6,4% per le donne. La partecipazione delle donne e' piu'
elevata rispetto a quella degli uomini in tutti gli Stati membri
ad eccezione di Germania e Cipro.
(Wel/ Dire)