ROM SGOMBERATI A MILANO: "MAESTRA, E LA SCUOLA?"
VIA I 250 DI VIA RUBATTINO, ERA GIa' INIZIATO IL PRE-SCUOLA.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 7 set. - Annunciato piu' volte
negli ultimi mesi, lo sgombero dell'insediamento rom nell'ex area
industriale di via Rubattino a Milano e' stato portato a termine
questa mattina.
All'alba della prima vera giornata d'autunno dell'anno, con
pioggia e aria fredda, le 250 persone rom romene che da mesi
bivaccavano tra le rovine cadenti dell'ex insediamento
industriale dell'Innocenti sono state allontanate dalla polizia,
con l'assistenza dei servizi sociali, per trovare un primo,
provvisorio rifugio, pochi metri dopo l'uscita del campo, sotto
il ponte della tangenziale est.
"Perche' lo sgombero arriva sempre quando arriva freddo? -chiede
un giovane rom in jeans e giubbotto di pelle-.Ci dicono 'andate
via'... Ma dove andiamo? Tutta la gente deve sapere la vita che
facciamo. Se non ci danno una casa e un lavoro, in inverno le
persone moriranno di fame. O ci danno il denaro per fare un campo
oppure sarebbe meglio che facessero come i francesi: almeno la'
ai rom hanno dato i soldi per tornare a casa. Siamo zingari, ma
anche noi abbiamo il sangue rosso e il cuore buono".
Nell'ex area industriale "la situazione era pericolosissima -
dice Tullio Mastrangelo, comandante della polizia locale di
Milano -: ci sono plafond in ferro che penzolano dal tetto, qua e
la' buche profonde tre metri, come delle foibe, con il pericolo
che qualcuno possa caderci dentro in ogni momento. Il comune e i
servizi sociali hanno chiesto se accettavano l'accoglienza, per
gli uomini in una struttura, per le donne e i bambini in
un'altra, ma loro tendono a voler stare insieme".
"Sono stata qui domenica scorsa e la situazione era tranquilla,
anche se c'era preoccupazione perche' gia' da qualche giorno lo
sgombero era stato annunciato -dice Patrizia Quartieri,
consigliere comunale di Rifondazione Comunista-. A me aveva
stupito, parlando con alcune mamme, la loro preoccupazione
perche' i loro figli non avrebbero piu' potuto frequentare la
scuola: un discorso che, solo un anno fa, non avevo sentito fare
e che testimonia il lavoro fatto dalla Comunita' di Sant'Egidio e
dal volontariato. Un lavoro, tra l'altro, che e' sempre stato
richiesto dall'amministrazione come una delle condizioni per
l'integrazione. Loro, i rom, avevano preso seriamente
quest'impegno. Non altrettanto l'amministrazione che, secondo me,
ha voluto fare un regalo alla Lega perche' siamo in campagna
elettorale per le comunali. Ora li sposteranno di 500 metri, ma
la situazione non cambia".
Da domani tutte le attivita' di integrazione, in primis la
scuola, sono a rischio. Da due giorni era iniziato il pre-scuola,
organizzato dal gruppo delle mamme di via Rubattino, dalla
Comunita' di Sant'Egidio, dai volontari della parrocchia dei
Santi Martino e Gerolamo Emiliani e da due delle insegnanti delle
scuole elementari della zona, a cui partecipavano 25 bambini del
campo dai 4 ai 13 anni (vedi lancio del 5 settembre 2010, ndr).
"Questo sgombero interrompera' l'esperienza -dice Silvia Borsani,
maestra elementare-. Oggi una bambina mi ha chiesto: 'Maestra, ma
riusciro' ancora ad andare a scuola?'".
(Wel/ Dire)
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