(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 7 set. - Ieri mattina, nel
centro di prima accoglienza di Palermo, un giovanissimo migrante
(ancora minorenne) ha tentato di impiccarsi. L'intervento di un
agente di polizia penitenziaria che, sollevandogli le gambe ha
impedito la morte per soffocamento, e' stato provvidenziale. Ma
non si tratta di un caso isolato. "Parliamo di una realta',
quella dei tentativi di suicidio in carcere, che preoccupa per la
sistematica regolarita' con cui avvengono - commenta Donato
Capece, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia
penitenziaria- E ci preoccupa particolarmente quando questi gravi
episodi avvengono in strutture detentive per minorenni".
Il sovraffollamento e' il principale imputato, per Capece, che
insiste: "Con una popolazione di quasi 69 mila detenuti adulti,
in carceri che ne possono contenere a mala pena 43 mila, accadono
purtroppo questi episodi. E se la situazione non si aggrava
ulteriormente e' grazie alle donne e agli uomini del corpo di
polizia penitenziaria che, in media, sventano 10 tentativi di
suicidio di detenuti nei penitenziari italiani. I dati parlano
chiaro. Lo scorso anno 2009, in cui nelle carceri italiane ci
furono 58 suicidi di detenuti e 100 decessi per cause naturali di
detenuti, ci sono stati anche 5.941 atti di autolesionismo nelle
carceri italiane che non hanno avuto gravi conseguenze solamente
grazie al nostro tempestivo intervento. Cosi' come nei 944
tentativi di suicidio di altrettanti reclusi. La polizia
penitenziaria e' allo stremo - conclude Capece - ma oggi servono
iniziative concrete sia da parte dell'esecutivo che della sovrana
attivita' parlamentare sulle criticita' penitenziarie".
(Wel/ Dire)