SUPREMA CORTE ACCOGLIE RICORSO DI MADRE AFRICANA DI TRE FIGLI.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 29 ott. - Si abbassa la
possibilita' di espulsioni per i genitori immigrati irregolari.
Nell'interesse dei minori,infatti, diventa piu' difficile il
rimpatrio anche per chi ha ricevuto il foglio di via.
La Suprema Corte, con la sentenza 21799, ha accolto il ricorso di
una donna africana, madre di tre figli e residente a Perugia,
condannata per sfruttamento della prostituzione e per questo
raggiunta da foglio di via. Contro l'espulsione, confermata dalla
Corte di Appello perugina nel 2009, Pauline N. A. ha protestato
in Cassazione facendo presente di avere tre figli ai quali il suo
rimpatrio avrebbe nuociuto, anche se i ragazzini proprio per il
comportamento poco attento della madre sono stati dati in affido
part-time a una famiglia umbra fin dal 2003.
I supremi giudici hanno affrontato il caso mandandolo alle
Sezioni Unite perche' c'era contrasto sull'interpretazione
dell'art. 31 del testo unico sull'immigrazione che consente al
Tribunale per i minorenni di "autorizzare l'ingresso o la
permanenza del familiare" anche in deroga alle altre disposizioni
del testo unico. La regola in materia, infatti, prevede che il
figlio minore segue la condizione del genitore e non viceversa.
D'ora in poi, dunque, i "gravi motivi" che, in base alle norme
sull'immigrazione, consentono la temporanea autorizzazione del
genitore con foglio di via, a rimanere in Italia, debbono essere
interpretati in maniera elastica. L'eccezione andra' applicata
non solo alle "situazioni di emergenza" o alle "circostanze
contingenti ed eccezionali" ma, con valutazione caso per caso, a
tutte le circostanze in grado di produrre "qualsiasi danno
effettivo, concreto, percepibile ed obiettivamente grave che in
considerazione dell'eta' o delle condizioni di salute
ricollegabili al complessivo equilibrio psico-fisico derivi o
derivera' certamente al minore dall'allontanamento del familiare
o dal suo definitivo sradicamento dall'ambiente in cui e'
cresciuto".
(Wel/ Dire)