(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 26 ott. - Nell'ambito della
rubrica curata dall'Associazione nazionale presidi (Anp) per il
notiziario 'Dire Minori', pubblichiamo l'articolo su
'Ricerca-azione sulla neurodidattica della corporeita'' di
Annalisa Frigenti, dirigente scolastico del 3^ Circolo didattico
di Pagani (Sa).
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Anche un osservatore poco attento non avrebbe difficolta' a
sostenere che, nella societa' globale, sempre piu' complessa, la
scuola non e' piu' il solo modello di produzione e trasmissione
culturale e che, proprio per tale motivo, bisogna tentare di
renderla sempre piu' competitiva, al fine di esercitare una reale
capacita' di attrazione sulle coscienze dei ragazzi.
Quali le strategie? Questa la domanda, alla quale, come
scuola, abbiamo deciso di dare delle risposte concrete nella fase
di costruzione del POF dell'anno in corso.
Nella progettazione dell'offerta formativa, oltre a
concentrarci sulla promozione di un sistema integrato,
finalizzato a coinvolgere scuola e territorio nella costruzione
di una proposta che possa diventare un progetto di vita per i
ragazzi, e' stato inserito un percorso di ricerca-azione sul
quale la scuola - in rete con altre tre scuole primarie che ne
hanno condiviso le finalita' - ha deciso di investire molto.
L'occasione e' stata fornita da una lezione tenuta, nel mese di
giugno, dal professor Filippo Gomez Paloma dell'Universita' di
Salerno, esperto di corporeita' nell'ambito della neurodidattica,
il quale ha invitato i docenti a riflettere sulla necessita' di
coinvolgere gli alunni attraverso percorsi che valorizzino la
corporeita' ed il movimento. Tali percorsi stanno aprendo nuovi
orizzonti di studio e fertili opportunita' di connessione
culturale e di confronto professionale tra il mondo delle
neuroscienze e quello della pedagogia.
Il Collegio dei Docenti, confrontandosi lungamente su tali
tematiche, e tenendo conto del fatto che le ultime ricerche nel
campo delle neuroscienze e le innovazioni relative ai meccanismi
neurobiologici della mente rappresentano, oggi, una necessaria
conoscenza della quale la didattica non puo' piu' fare a meno, ha
deliberato di avviare un complesso progetto di ricerca-azione
proprio sulla tematica delle neuroscienze dell'educazione.
Un percorso finalizzato, attraverso il vissuto della corporeita',
alla formazione professionale e alla ricerca sul campo per
analizzare i livelli di condivisione di saperi, strategie e
strumenti attinenti alle funzioni cognitive del cervello e alle
basi neurofisiologiche del processo di apprendimento.
"Le metodologie didattiche tradizionali, ancora oggi
utilizzate da gran parte dei docenti, rispondono solo
parzialmente ai naturali meccanismi cerebrali che sottendono
l'apprendimento. Cio' determina la necessita' di integrare nel
processo di insegnamento/apprendimento le conoscenze e le
relative applicazioni delle naturali leggi neurobiologiche che ci
governano: in tale scenario la corporeita' rappresenta il punto
di mediazione culturale e scientifico. Nell'ambito della
concezione alta della corporeita', grazie all'embodied cognition,
ai mirror neurons e al mindfulness, il docente puo', con
discrezione ed interesse, affacciarsi ad un mondo
neuroscientifico che innesta i suoi sviluppi capillari nella
didattica in generale, nella pedagogia clinica e nell'educazione
alle emozioni, generando un ampio spazio di intermediazione
euristica, culturale e professionale". Questa la base culturale e
scientifica sulla quale si edifica il progetto, i cui obiettivi
da perseguire sono:
1. l'acquisizione di una cultura neuroscientifica attraverso
l'utilizzo della corporeita' nella didattica;
2. l'implementazione professionale nelle realta' scolastiche
della pedagogia del corpo attraverso le metodologie e le tecniche
delle neuroscienze dell'educazione.
Il corso di formazione, della durata di 30 ore, servira' a
favorire l'incontro tra neuroscienze e didattica stimolando la
partecipazione attiva dei docenti dal punto di vista
teorico-sperimentale. Esso si chiudera' con un workshop
finalizzato alla contestualizzazione condivisa di un protocollo
operativo di ricerca integrato (psicopedagogia e neurobiologia).
Successivamente, con un piccolo gruppo di docenti, verranno
realizzate attivita' sperimentali nelle classi durante l'orario
curriculare; queste si configureranno come percorsi di
ricerca-azione integrati con test sperimentali supervisionati.
L'ultima fase del progetto sara' quella della raccolta ed
elaborazione dei dati che saranno interpretati a cura degli
esperti del Dipartimento di Scienze dell'Educazione
dell'Universita' di Salerno, e successivamente inseriti in una
pubblicazione finalizzata a diffondere i risultati emersi.
Ancora una volta la scuola cerca di muoversi su percorsi di
ricerca-azione che, partendo dal presupposto che l'apprendimento
non segue un andamento lineare e che l'oggetto della didattica e'
l'intersezione tra le due differenti dimensioni - insegnamento e
apprendimento - siano finalizzati ad individuare le strategie
piu' utili al conseguimento dell'obiettivo finale: la formazione
degli alunni.
(Wel/ Dire)