(DIRE - Notiziario Minori ) Roma, 19 ott. - "Paradossalmente, la
trasmissione di una notizia sulla violenza inflitta a una
ragazzina, se non induce ad interrogarsi, a ricercare, se non
ferisce l'interlocutore con l'ansia di una domanda, rischia di
trasformarsi in un messaggio quasi rassicurante, induce lo
spettatore, il cittadino del villaggio globale, il lettore a
ritenere che quella bambina uccisa e' la sfortunata e unica
vittima di un raro caso di folle violenza oltre il quale e al di
la' del quale esiste una popolazione di bambini sufficientemente
felici e protetti". E' quanto sostiene in una nota S.o.S Infanzia
Onlus, l'associazione a difesa dei diritti dei minori, ritorna
sulla vicenda di Sarah Scazzi, la quindicenne uccisa dallo zio,
per ricordare che "in verita' tutti i giorni avvengono violenze
inaudite sull'infanzia e buona parte di queste si consumano tra
le mura domestiche, ma c'e' un sordo rifiuto a considerare la
sofferenza infantile sotto l'aspetto di un problema sociale
esteso, grave e radicato nella nostra cultura disattenta ai
problemi dei piu' piccoli e fortemente adultocentrica."
Proseguendo nella nota S.o.S Infanzia sottolinea la mancanza di
"strutture di sostegno alle famiglie, sono assenti figure di
riferimento per un valido aiuto in situazioni di bisogno -
continua il comunicato - Le nostre testimonianze di violenze
subite, che sono diverse centinaia, evidenziano che solo l'uno
per cento delle violenze viene denunciato e dimostrano l'assoluta
inadeguatezza delle strutture di ascolto e di sostegno ai minori".
"Quasi tutte le vittime da noi incontrate, diverse centinaia -
si legge ancora - ci hanno dichiarato di non avere mai parlato
con i loro genitori delle violenze subite e che, quando accaduto,
nella maggioranza dei casi o non sono state credute o sono state
"convinte" a tacere. Quasi sempre qualche adulto sa, chi e'
vicino all'abusante o alla vittima ma sa molto tempo prima che
accada l'irreparabile." Secondo l'associazione poi, "a noi fa
comodo pensare che sia il gesto di un mostro, di un folle,
piuttosto che acquisire la consapevolezza che esseri umani simili
vivono accanto a noi e sono, purtroppo numerosi." A proposito
della certezza della pena,S.o.So Infanzia la definisca "mera
chimera" e si chiede "Che giustizia e' mai questa?" La nostra
politica, per l'associazione "si preoccupa solo del fatto che il
processo sia breve" mentre "occorrerebbe preoccuparsi che fosse
giusto".E infine chiede: "Che tutela hanno questi minori se gli
adulti che dovrebbero proteggerli sono questi? Gia' gli adulti,
nella politica, nelle famiglie, nella chiesa, coloro i quali
avrebbero la re-sponsabilita' di tutelare i minori - conclude la
nota - ovvero sia dall'etimologia del termine 'saper rispondere'.
E che cosa sappiamo noi rispondere alle richieste d'aiuto che
giungono dal silenzio dell'innocenza? Che senso dare alla
lacerante morte di Sarah se non avere il coraggio di aprire gli
occhi e preoccuparsi davvero con generosita' del mondo dei
piccoli in difficolta'? Ma forse il vero problema siamo un po'
tutto noi che alla fine dei conti alla politica chiediamo ben
altro e quindi, si sa, la politica risponde agli elettori ed e'
altrettanto certo che i bambini non votano e non creano consensi".
(Wel/ Dire)