(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 12 ott. - Trecento provvedimenti
per condotta a rischio nei confronti di adolescenti. Sono quelli
aperti dal Tribunale per i minorenni di Bologna nel periodo
2006-2008. È il dato che emerge dalla ricerca "Giovani irregolari
tra marginalita' e devianza" presentata in Regione e promossa
dall'ufficio del difensore civico regionale. Lo studio ha
analizzato i percorsi di 285 adolescenti (il 97% dei minori
segnalati alla giustizia minorile) nei cui confronti sono stati
aperti procedimenti amministrativi sulla base dell'articolo 25
della legge minorile, che in caso di irregolarita' della condotta
o del carattere prevede la possibilita' di affidare il minore ai
servizi sociali, collocarlo in una casa di rieducazione o in un
istituto psico-pedagogico, o del 25bis che si riferisce a minori
che esercitano la prostituzione o vittime di reati sessuali.
"L'obiettivo - spiega Roberto Maurizio, psicopedagogista di
Zancan Formazione che ha lavorato alla ricerca - era individuare
gli elementi di vittimizzazione e vulnerabilita' che hanno
portato questi ragazzi a tenere un comportamento a rischio".
Ma chi sono questi 297 adolescenti? Si tratta in prevalenza di
maschi (259), con piu' di 15 anni (oltre il 50%), italiani (il
37% e' nato in un altro Paese). La maggior parte di essi e'
residente in Emilia-Romagna (95%) con una forte prevalenza
nell'area centrale della regione, Bologna e Ferrara (36%), 1/3
proviene dall'area nord-ovest e il 26% dalla Romagna. "Sono
ragazzi con situazioni familiari difficili - precisa Roberto
Maurizio - e presentano esperienze critiche sul versante
scolastico". Il 40% di loro ha vissuto esperienze di separazione
dei genitori, un terzo ha subito violenza, 1/5 vive in famiglie
dove sono presenti componenti illegali e di devianza, un quarto
sono minori stranieri non accompagnati, meta' delle famiglie da
cui provengono ha attivi provvedimenti sulla limitazione della
potesta'. La percentuale di abbandono scolastico rilevata in
questi adolescenti e' pari al 50% (in Italia e' dell'1,5%). "Si
tratta di minori profondamente segnati dalla vita - chiarisce
Maurizio - rispetto ai quali l'applicazione dell'articolo 25
della legge minorile puo' offrire un'opportunita' di essere
aiutati e iniziare un processo di responsabilizzazione".
La ricerca ha ricondotto le cause dell'irregolarita' a due
tipologie di fattori: le difficolta' in famiglia e quelle
esterne. "Tra le prime - spiega Susanna Vezzadini, sociologa e
giudice onorario del Tribunale per i minorenni di Bologna - vi
sono i maltrattamenti e le violenze assistite in famiglia,
(subiti da 1 adolescente su 3), la separazione traumatica dei
genitori, il lutto e eventi esterni che hanno ricadute
all'interno della famiglia, come il caso di genitori con problemi
di salute o dipendenza che non chiedono aiuto ai servizi
sociali". Tra le cause esterne troviamo invece le relazioni
affettive e sessuali con persone a rischio (11%), violenza fisica
e psicologica da parte dei coetanei e la violenza sessuale da
parte di estranei.
Ma che cosa si intende per "comportamenti a rischio"? I
ricercatori hanno distinto i fatti per i quali i minori sono
stati segnalati in 4 categorie: consumo di sostanze, violenza
verso l'esterno, insofferenza verso le regole e autolesionismo. A
cui vanno aggiunti la violenza sessuale commessa dal minore e
l'induzione del minore alla prostituzione. "Gli adolescenti
accusati di violenza sessuale sono 7 -spiega Elena Buccoliero,
sociologa e giudice onorario del Tribunale per i minori di
Bologna - mentre quelli indotti alla prostituzione sono 26".
Questi ultimi sono tutti stranieri non accompagnati, in
maggioranza femmine (23) con piu' di 16 anni. "Sono gli
inafferrabili - conclude Buccoliero - quelli con cui e' difficile
lavorare e di cui non sappiamo nulla a parte il fatto per cui
sono stati segnalati".
(Wel/ Dire)