(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 12 ott. - Per la prima volta
negli ultimi 15 anni cala nel mondo il numero di persone che non
riescono a sfamarsi: secondo la Fao erano oltre un miliardo nel
2009 mentre oggi sono circa 925 milioni. In calo anche l'indice
globale della fame (Ghi), che dal 1990 al 2010 e' sceso dal 19,8
al 15,1. Il Ghi e' calcolato combinando tre indicatori:
percentuale di individui denutriti sul totale della popolazione,
prevalenza dei bambini sottopeso e tasso di mortalita' infantile.
Il rapporto "Indice Globale della Fame 2010", presentato oggi a
Milano (e in contemporanea in altri paesi europei e negli Usa) e'
dedicato alla malnutrizione infantile. "Registriamo un
miglioramento, ma senza un cambio di passo l'obiettivo di
dimezzare la malnutrizione entro il 2015 rimane irraggiungibile",
afferma Wichy De Marchi, portavoce del Word Food Programe (Onu)
Secondo il rapporto (curato da Welt Hurger Hilfe, International
Food Policy Research Istitute e Concern Worldwire, e presentato
in Italia dal network delle Ong Link 2007) sono 84 i Paesi che
registrano un Ghi superiore al limite al di sotto del quale il
rischio malnutrizione e' considerato "basso" (4,9). Venticinque
di questi sono ad un livello considerato "allarmante" (da 20,0 a
29,9) e quattro "molto allarmante" (da 30,0 in su). Questi ultimi
sono Congo, Burundi, Eritrea e Ciad. I dieci Stati dove la
situazione e' piu' grave sono tutti africani tranne Haiti.
Analizzando i dati per macroaree si evince che sotto il livello
di Ghi 4,9 si trova tutta tutto l'Est Europa, il Nord Africa, il
vicino oriente (escluso lo Yemen) e parte del Sud America. Mentre
tutti i Paesi dell'Africa SubSahariana, dell'Asia (esclusi Fiji e
Malesia) e dei Caraibi (esclusi Cuba, Costa Rica e e Giamaica)
superano la soglia. Non sono considerati dal rapporto i Paesi del
primo mondo.
Le associazioni che hanno prodotto il rapporto hanno indicato
anche una possibile via di uscita dalla malnutrizione. A partire
dall'intervento sui bambini. In Africa e in Asia, si legge sul
documento, il tasso di bambini malnutriti sul totale e'
rispettivamente del 40% e del 36%. "Per ridurre sensibilmente la
malnutrizione infantile -afferma il presidente di Link 2007,
Arturo Alberti- occorrerebbe intervenire sui primi mille giorni
di vita di ogni individuo a partire dal concepimento.
Innanzitutto garantendo una buona nutrizione alla madre e al
nascituro e favorendo l'allattamento al seno. Questo piccolo
investimento aumenterebbe sensibilmente le possibilita' che il
bambino abbia uno sviluppo sano sia da punto di vista fisico che
cognitivo".
Tra gli invitati alla presentazione anche il vice presidente
vicario del Parlamento Europeo Gianni Pittella e il direttore
generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli
Esteri Elisabetta Belloni. Particolarmente applaudito
l'intervento di Pittella, che ha sottolineato come la crisi
economica abbia allargato la forbice tra ricchi e poveri e
indicato quelle che, secondo lui, sono le ricette per risolvere
il problema della fame. "Occorre riportare la finanza sotto il
controllo della politica e dell'etica -ha affermato-, eliminare
ogni forma di protezionismo verso le merci provenienti dal terzo
mondo, aumentare i fondi di sostegno ai paesi poveri tassando le
rendite finanziarie, essere implacabili con chi specula sugli
aiuti, superare la troppa burocrazia che soffoca l'efficacia
delle Ong e creare una nuova governance globale che permetta di
superare la piu' grande delle ingiustizie: quella che consente al
16% degli abitanti del pianeta di controllare l'85% delle
risorse".
(Wel/ Dire)