MILLE VOLTI PER UNA GENERAZIONE, "MA GLI ADULTI..."
UN LIBRO DELLA 'MAGI EDIZIONI', STUDIO SU 8 MILA RAGAZZI
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 12 ott. - Si affidano al gruppo
per sperimentare, per trovare una loro dimensione, sfogarsi e
farsi proteggere visto che il piu' delle volte il dialogo con gli
adulti risulta impossibile. Soprattutto se mamma, papa' o la
professoressa di turno, anziche' "fare i matusa" come dovrebbero,
si calano nella parte degli amiconi, un atteggiamento che fa
perdere qualunque credibilita' a chi dovrebbe rappresentare una
guida. Si comportano da 'bori', adottando stili di vita
improntati al disimpegno e alla frequentazione della comitiva,
oppure si chiudono nella loro emotivita' preferendo il social
network come strumento di scambio comunicativo con i loro
coetanei.
I giovani di oggi ci provano tutti ad ingabbiarli in una sola
comune definizione, con le lettere piu' stravaganti
dell'alfaberto, x,y, accostate al termine generazione proprio a
simboleggiare quella parola che manca per descrivere un tutto che
e' l'insieme di dieci, cento, mille volti, ognuno con la sua
peculiarita'. Ed e' in questa realta' molteplice che si sono
calati gli autori del volume 'Mille e un modo di diventare
adulti. Il limite come esperienza' (Magi edizioni), curato da
Magda Di Renzo e Federico Bianchi di Castelbianco,
rispettivamente responsabile del Servizio di psicoterapia
dell'eta' evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia di
Roma (IdO), presentato oggi a Roma al festival
'Diregiovani-Direfuturo' insieme ad alcune indagini condotte
dall'IdO su 8 mila ragazzi fra i 12 e 19 anni.
Dagli emo ai truzzi, dai metallari ai patiti del parkour (la
pratica con cui si salta da un muro all'altro): sono solo alcuni
dei gruppi in cui si rifugiano i ragazzi degli anni duemila.
Tutti analizzati e descritti nel volume che, alla fine,
rappresenta una sorta di manuale per i genitori, ma anche per
tutti coloro che vogliono capire qualcosa di piu' delle nuove
generazioni.
"I ragazzi- spiega, infatti, Bianchi di Castelbianco,
direttore dell'IdO- si muovono spesso in aree che non sono
nemmeno pensabili da noi adulti e non sono sempre consapevoli
delle conseguenze delle loro azioni. In questo modo rischiano di
soffrire e far soffrire chi li ama. Solo attraverso la
comprensione della loro individualita'- continua l'esperto- e del
loro mondo reale o virtuale e' possibile prevenire comportamenti
a rischio e canalizzare le loro energie in azioni positive". La
regola numero uno da capire quando si parla di giovani, spiega il
volume, e' che esiste sempre un gruppo di riferimento. È in
questa realta' che i giovani cercano la loro dimensione. Il
secondo passo e' conoscere le 'etichette' e cosa nascondono: chi
sono gli emo? E i patiti del parkour? Per i primi e' difficile
dare una risposta: sono una sottocultura ampia e complessa, si
spiega nel volume caratterizzata da una forte espressione delle
emozioni.
Un capitolo e' dedicato anche ai tatuaggi, che servono "per
piacersi, per affermare la propria individualita'", il piu' delle
volte. E il corpo diventa una lavagna dove raccontare se stessi.
Inevitabile un approfondimento sui social network e, di
conseguenza, anche sul sesso virtuale, quello fatto on line anche
da piccolissimi. Le ricerche dell'IdO presentate oggi, peraltro,
evidenziano che i 14-18enni spesso vivono la loro sessualita' con
superficialita': solo il 35% parla di questi temi con i genitori,
per il resto vincono fai-da-te e luoghi comuni.
Il 60% chiede che si parli di sesso a scuola, i prof li
appoggiano ma i genitori fanno muro. Quanto al rapporto con il
cibo dalle ricerche emerge invece che si abbassa l'eta' (anche
attorno ai 10 anni) in cui compaiono i primi disturbi alimentari.
Infine, il rapporto con gli adulti che rivela, per questi
ultimi, una sonora bocciatura: il 70% dei ragazzi non si fida dei
politici e dell'impegno delle istituzioni a favore dei giovani.
"GIUSTIFICATA LA RABBIA DEGLI ADOLESCENTI, GLI ADULTI TROVINO UN
RIMEDIO" - Spesso gli adulti "non sanno nemmeno che cosa fanno i
ragazzi", come vivono, che cosa pensano, che cosa amano fare e
che cosa invece li spaventa. E senza questa conoscenza, non c'e'
possibilita' di accompagnarli "in uno dei momenti piu' critici
dell'adolescenza, che e' il percorso per diventare grandi". Per
questo, spiega Federico Bianchi di Castelbianco, direttore
dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma, l'IdO stesso ha
organizzato il convegno in cui esperti, psicologi, psichiatri e
insegnanti si confrontano su un tema, quello del 'limite come
esperienza', sempre piu' variegato e dai contorni sempre piu'
sfumati.
Quale migliore occasione di 'Diregiovani Direfuturo', il
Festival delle giovani idee realizzato dall'Ido e dal portale
Diregiovani.it, chiusosi domenica 10 ottobre al Palazzo dei
Congressi dell'Eur, nella Capitale, per il convegno. Un tempo,
spiega Bianchi di Castelbianco, si trattava di andare nella
foresta e con la lancia dimostrare la propria forza, poi e' stata
la volta del servizio militare come ingresso 'ufficiale' nel
mondo degli adulti, "oggi i ragazzi si sono inventati
comportamenti diversi per dimostrare le loro capacita' e ricevere
il riconoscimento dagli altri". E l'obiettivo dell'incontro
odierno e' proprio quello di "esaminare questi modi, dai piu'
semplici, come l'abitudine al writing", alle forme piu' estreme,
come "il gruppo che diventa struttura mafiosa e l'anoressia
imparata su Internet con i blog pro-ana".
Tanti comportamenti diversi, ma tutti con un unico obiettivo:
"Tirare fuori la rabbia. Gli adolescenti- sottolinea Bianchi di
Castelbianco- ne hanno molta, e spesso e' giustificata. Per
questo si inventano comportamenti a rischio. I genitori si devono
rendere conto di quello che avviene nel mondo dei giovani, il
motivo per cui scelgono di superare il limite, e correre ai
ripari prima che i bambini crescano".
(Wel/ Dire)
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