(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 8 ott. - È dal 2004, anno
dell'entrata in vigore della legge 40, che ben 3.415 embrioni
criocongelati e temporaneamente riposti in appositi centri per la
fecondazione artificiale attendono di essere trasportati presso
la Biobanca dell'ospedale Maggiore di Milano. Tuttavia, le
potenziali nuove vite, data la norma tuttora in vigore, non
possono essere adottate o distrutte. Stando alle parole della
responsabile del registro nazionale sulla fecondazione assistita
dell'Istituto superiore di sanita', Giulia Scavarelli, il
censimento dei "figli mai nati'' e' piuttosto complesso. Infatti,
per ogni embrione conservato e abbandonato per il quale vi sia un
certificato di rinuncia al proprio impianto, ve ne sono
altrettanti la cui provenienza e' sconosciuta. Inoltre, in casi
come questi, le strutture specializzate hanno messo in
discussione le relative questioni giuridiche, spesso prive di
garanzie. Come se non bastasse, secondo il presidente
dell'associazione "Amica cicogna'', l'avvocato Filomena Gallo,
oltre a tali embrioni dimenticati, ben presto se ne aggiungeranno
altri. A causa della sentenza espressa nel 2009 dalla Corte
Costituzionale, il precedente vincolo che riguardava la
produzione di massimo 3 embrioni da somministrare, e' stato
abbattuto. "Benche' la Biobanca di Milano sia stata costituita e
finanziata gia' dal 2004 - ha spiegato la Gallo - gli embrioni
orfani sono ancora conservati presso i centri di procreazione
medicalmente assistita, a loro spese, e manca ancora il decreto
che stabilisca le modalita' per il trasferimento e chi lo debba
fare." In poche parole, visto che gli embrioni non possono essere
distrutti ne' tanto meno utilizzati per la ricerca, resteranno
ancora li' in attesa che i complessi meccanismi legislativi si
sblocchino.
(Wel/ Dire)