(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 1 ott. - Negli Usa si puo'
adottare un bambino semplicemente rivolgendosi ad agenzie private
autorizzate che forniscono l'insieme dei servizi volti
all'adozione inclusa la preparazione delle coppie e il disbrigo
di ogni pratica relativa al procedimento. Negli Stati Uniti,
anche a seguito della recente ratifica della Convenzione de L'Aja
del 1993, avvenuta l'1 aprile 2008, agenzie autorizzate dal
Governo possono proporre alle coppie straniere la possibilita' di
adottare minori sia dal "foster care" (case famiglia o istituti)
che mediante adozioni "dirette", cioe' quelle in cui la famiglia
decide spontaneamente di dare il proprio figlio in adozione. Fra
le adozioni "dirette" rientrano anche i casi di donne incinte in
difficolta', che non riescono a trovare una famiglia americana
che voglia adottare il loro bambino per vari motivi legati, ad
esempio, all'etnia del minore che sta per nascere, al fatto che
il nascituro sia stato esposto a droghe o alcool mentre ancora
nell'utero, al fatto che sia stato concepito in seguito a una
violenza, oppure il fatto che la madre sia incarcerata o abbia
problemi con la giustizia. Durante la gravidanza, e quindi
l'attesa di un bambino, i genitori biologici scelgono la coppia
adottiva attraverso vari canali fra cui i dossier delle agenzie
per le adozioni. Si tratta di una procedura conforme alla
Convenzione de L'Aja perche' rispettosa del principio di
sussidiarieta', poiche' e' la madre biologica a scegliere a chi
affidare il proprio figlio all'interno di una "rosa" di candidati
genitori adottivi, tra statunitensi e stranieri. Questa scelta,
che viene "controllata" dalle agenzie autorizzate e dal giudice
nel Tribunale competente, corrisponde al "best interest"
(superiore interesse) del nascituro perche' gli garantisce la
crescita non solo in una famiglia stabile ma anche nella migliore
famiglia possibile. L'agenzia autorizzata si occupa di varie
attivita' fra cui: la valutazione e la selezione delle coppie, la
consulenza, l'abbinamento con il minore, e in seguito
l'accompagnamento post-adozione. Durante un periodo di alcuni
mesi hanno luogo gli esami e lo scambio di informazioni sullo
stato di salute del minore.
La famiglia straniera che, a conoscenza di tutte le informazioni
sul caso, decide di adottare il minore specifico nascituro,
dovra' occuparsi di coprire tutte le spese che riguardano
l'adozione: i costi dell'intera procedura adottiva variano da 20
a 28 mila dollari. In particolare, la coppia adottante provvede a
sostenere la famiglia biologica nel corso della gravidanza,
coprendo le spese mediche e, in alcuni casi, anche altre spese
(vitto e alloggio per la madre biologica, vestiti per la donna
gestante). La coppia adottiva provvede anche alle spese legali da
corrispondere all'avvocato della famiglia (o della madre)
biologica. Tutte le spese che la coppia coprira' per la madre
biologica vengono decise e stabilite in un provvedimento dal
giudice e il denaro viene gestito interamente dall'agenzia
autorizzata e mai direttamente consegnato alla madre. La
procedura, pero', tutela anche le madri in difficolta', perche'
il consenso per l'adozione del minore viene prestato dopo la
nascita dello stesso e non prima. Inoltre, la madre naturale ha
un periodo (nello Stato di New York di 30 giorni) per revocare il
proprio consenso e ogni accordo precedente non ha valore se non
confermato in seguito alla nascita dinanzi al giudice.
LE REAZIONI - L'Associazione Avvocati matrimonialisti italiani
(Ami), in una nota esprime "la piu' viva preoccupazione per la
ventilata possibilita' che si starebbe schiudendo per le coppie
italiane di adottare in Usa" in maniera diretta, previo accordo
con i genitori naturali, con tanto di nota spesa e fuori dagli
attuali schemi e dinamiche.
"Stiamo assistendo alla nascita di quelle che potrebbero
diventare delle adozioni/compravendita negli Usa - commenta Gian
Ettore Gassani, presidente nazionale Ami - Il percorso adozionale
deve restare una scelta d'amore e di coraggio che non puo'
prescindere da una attivita' di controllo preventivo delle
autorita' preposte." Non tutte le coppie sono idonee alla
adozione internazionale, secondo quanto espresso dall'Ami. "Esse
devono passare al vaglio del giudice - prosegue nella nota
Gassani - al fine di ottenere il decreto di idoneita'. Concepire
le adozioni internazionali come una sorta di ricerca (e di
scelta) di un bambino che sta ancora nel grembo materno -conclude
- appare del tutto in distonia con i principi regolatori delle
leggi sulle adozioni internazionali." L'Ami, infine, si propone
di richiedere un'audizione sulla questione al ministero della
Giustizia, al ministero degli Esteri ed al ministero della
Gioventu'.
(Wel/ Dire)