(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 19 nov. - "In questo momento,
anche se le indagini continuano ed e' in corso un processo,
materialmente, non c'e' nessuno che sta cercando Denise": le
parole di Piera Maggio, madre della piccola Denise Pipitone,
scomparsa a Mazara del Vallo il primo settembre del 2004,
esemplificano la frustrazione cui possono andare incontro i
genitori di minori scomparsi, in qualsiasi parte del mondo essi
si troviano. Per questo Maggio dal giorno della scomparsa della
figlia non ha mai smesso di lottare non solo per il ritorvamento
della piccola, ma anche per l'approvazione di leggi piu'
favorevoli alla prevenzione e alla ricerca di minori scomparsi e
per pene piu' severe per chi commette questi crimini.
Piera Maggio ha portato la sua lotta in Europa, dove su invito
della vicepresidentte del Parlamento europeo Roberta Angelilli
(Ppe/Pdl), ha incontrato il capo di gabinetto di Viviane Reding,
vicepresidente della Commissione europea con delega a giustizia,
cittadinanza e diritti fondamentali. Maggio ha incontrato anche i
responsabili della Commissione europea che si occupano
direttamente della questione dei minori scomparsi.
Inoltre, il primo settembre scorso, nel sesto anniversario della
scomparsa della figlia, Maggio aveva scritto una lettera ai 27
governi europei per fare presente il suo caso, "comune a quello
di milioni di genitori in tutto il mondo".
Maggio ha descritto la propria esperienza ai decisori comunitari,
ma soprattutto ha dato loro vari suggerimenti su come affrontare
meglio I casi di minori scomparsi. Il primo di questi consigli e'
la crazione di una task force che si attivi immediatamente in
seguito alla denuncia di scomparsa, composta non soltanto da
autorita' giudiziarie e di polizia, ma anche da esperti come
psicologi e criminologi. Inoltre Maggio ritiene che non basti
l'azione delle forze dell'ordine per essere efficaci e rapidi con
il ritrovamento, ma vada coinvolto anche il settore privato e i
cittadini. "Bisogna interessare al fenomeno dei bambini scomparsi
anche chi non e' sensibile e non guarda programmi Chi l'ha visto
o consulta siti internet specializzati in persone scomparse" ha
spiegato Angelilli. L'idea di Maggio e' quindi coinvoglere
imprese di telecomunicazioni, trasporti, e media negli sforzi per
la ricerca, tramite l'affissione di poster o la diffusione di MMS
con la foto del minore scomparso, e altri mezzi simili. Al
momento queste attivita' dipendono in gran parte alla buona
volonta' dei genitori.
"Le autorita' hanno poi bisogno di ricevere una formazione
specifica in materia, per sapere subito cosa fare e come, per non
perdere tempo preziosissimo per la vita del bambino", aggiunge
Maggio. L'Europa si sta muovendo su questi temi, ma ancora
lentamente e in modo scoordinato. Proprio oggi il commissario
Reding ha severamente richiamato 14 Stati membri per non avere
ancora messo in opera il numero verde d'emergenza per minori
scomparsi 116000 (vedi lancio precedente). Nota positiva e' pero'
l'approvazione l'anno scorso da parte del Parlamento europeo del
finanziamento di un progetto pilota di Child Alert System,
sistema di allerta per minori scomparsi. "Purtroppo pero' vi
hanno adertito soltanto 9 paesi", si rammarica Angelilli.
(Wel/ Dire)