(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 19 nov. - Se ne parla molto, ma
nella realta' si rispettano poco. Sono i diritti dei bambini ,
che verranno celebrati domani, 20 novembre, nell'annuale Giornata
mondiale dell'Onu. "Dal punto di vista dell'informazione la
situazione e' buona, almeno nel mondo occidentale -dice Cristina
Castelli dell'universita' Cattolica di Milano-, ma nella pratica
i diritti dei piu' piccoli non sono presi in considerazione,
soprattutto quelli delle bambine". L'ateneo milanese ha
affrontato il tema questa mattina in occasione di un convegno dal
titolo "Diritti dei bambini in contesti di vulnerabilita'", che
ha passato in rassegna gli interventi psicosociali attivati dagli
esperti della Cattolica in paesi come Sri Lanka, Mozambico,
Afghanistan e Haiti (ma anche nell'Abruzzo terremotato), dove
crescere bene non e' una certezza, ma una scommessa da vincere
giorno dopo giorno.
"In paesi come Afghanistan e Mozambico, in particolare le bambine
sono veramente discriminate: o perche' vengono costrette a
matrimoni precoci per cui devono stare a casa, oppure perche' non
vengono ammesse a scuola -spiega Castelli-. Se non ci sono
maestre femmine, infatti, le bambine non possono accedere
all'istruzione, progredire negli studi e diventare a loro volta
insegnanti. È un circolo vizioso che non permette alle ragazze di
studiare e sviluppare le loro attitudini". Per intervenire in
questi contesti, l'universita' Cattolica, ogni anno, manda gli
studenti del Master in "Relazioni in contesti di poverta'
nazionale e internazionali" a lavorare con bambini e insegnanti
attraverso strumenti quali la musica, il teatro, la pittura, il
disegno, modalita' espressive che i bambini utilizzano in tutte
le parti del mondo.
C'e' stato anche don Elie Mulomba Tshitumbu, sacerdote congolese
e studente della Cattolica che la scorsa estate ha partecipato
alla missione dell'universita' ad Haiti, per animare un campo
estivo in una scuola di Port au Prince: "È stata un'esperienza
molto toccante vedere come i bambini di questo paese, che aveva
gia' i suoi problemi e poi e' stato colpito da un terremoto
violentissimo, riuscissero comunque ad essere vivaci e
affettuosi. Attraverso laboratori, giochi e attivita' abbiamo
cercato di rinforzare le loro risorse interne (identita',
autostima, responsabilita') ma anche le risorse esterne che
potevano avere dalla famiglia, dai gruppi di amici, anche delle
associazioni, per far si' che non si sentissero schiacciati
dall'esperienza del terremoto ma imparassero a diventare
protagonisti della loro storia".
Molto simile l'esperienza vissuta da Francesca Giordano,
dottoranda in psicologia dei traumi infantili, in un'altra area
devastata dal terremoto, l'Abruzzo: "Due settimane dopo il sisma
del 2009 eravamo gia' sul posto, nei campi allestiti dalla
regione Lombardia e dalla Protezione civile -dice-: abbiamo
organizzato un progetto psicosociale rivolto ai bambini del
campo, tra cui c'erano anche bambini rom e macedoni, con
l'obiettivo finale di favorire l'elaborazione del trauma da parte
del bambino attraverso il disegno, la musica e il teatro. Abbiamo
anche lavorato per recuperare il rapporto con la natura, verso la
quale i bambini avevano sviluppato una grande paura".
Per quanti fossero interessati, la nuova edizione del Master in
"Relazioni in contesti di poverta' nazionale e internazionali"
avra' inizio a gennaio 2011, con 20 posti a disposizione. Le
iscrizioni scadono ai primi di dicembre, il costo e' di 3mila
euro, la durata annuale (tutti i venerdi' pomeriggio e il sabato,
tutto il giorno).
(Wel/ Dire)