DEVASTATO (LA SAPIENZA) AL CONGRESSO DI RIVA DEL GARDA.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 12 nov. - Personalizzazione,
e'quipe e collegamento al tessuto sociale: sono queste le tre
parole chiave per garantire la qualita' dell'accoglienza nelle
comunita' residenziali per minori. Di questo si e' discusso in
uno dei workshop paralleli pomeridiani previsti dal convegno
internazionale "La tutela dei minori" organizzato dal Centro
Studi Erickson a Riva del Garda e in corso fino a sabato.
"Sul territorio nazionale ci sono diverse buone esperienze che
cercano di mettere in luce i fattori irrinunciabili per ottenere
la qualita' residenziale" sottolinea Giovanni Devastato, docente
dell'Universita' La Sapienza, che ne elenca e commenta in
particolare tre: "Il primo e' senza dubbio una vera progettazione
personalizzata. Dico no alle grandi istituzioni che trattano
tutti allo stesso modo, si' a percorsi individuali, che si
concentrino sul minore e le sue specificita'". Altrettanto
necessaria e' una presa in carico completa, totale delle
problematiche del minore, attraverso un "vero lavoro di e'quipe
tra le diverse professioni, che miri soprattutto a unire
l'educazione formale con quella informale". Infine, la comunita'
non deve essere un luogo di chiusura verso il mondo esterno ma al
contrario "deve relazionarsi con esso. Serve un vero rapporto tra
comunita' e tessuto sociale per fare in modo che si creino non
istituzioni chiuse, ma agenzie aperte".
Queste linee guida trovano in parte attuazione in diverse
strutture nel paese ma, come sottolinea Devastato, "ora la
situazione e' a macchia di leopardo. Devo comunque segnalare che
c'e' una crescente attenzione a questi aspetti, con il tentativo
di andare oltre il 'cutodialismo' sposando invece la cultura
della qualita'". Un esempio e' l'esperienza dei villaggi "Sos
infanzia", che hanno presentato a Riva del Garda il progetto Onu
"Quality 4 children", mirato a realizzare e monitorare gli
standard di qualita'.
A diversi anni di distanza, ormai, dall'avvio della
deistituzionalizzazione delle comunita', l'esperto riconosce che
la rivoluzione e' diventata realta' ovunque, anche in quelle
regioni, come la Calabria, che erano un po' in ritardo.
(Wel/ Dire)