AL CONVEGNO DI RIVA DEL GARDA LA STORIA DI DAVIDE DEL CORNO.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 12 nov. - Strappa piu' applausi
di tutti gli altri relatori, Davide Del Corno, che interviene al
convegno in corso a Riva del Garda promosso dal Centro Congressi
Erikson per raccontare la sua storia di fratello affidatario. "Si
fa fatica ad accettare un bambino tanto simile a te - racconta - .
Un giorno i miei genitori mi hanno detto: ti va se prendiamo un
bambino con noi, sai c'e' la guerra in Africa. Poi qualche anno
dopo, in cima a una montagna, mi hanno comunicato che lo avevano
trovato. Come si chiama? Ho chiesto pensando ad un nome tipo
Amil. Alessio, mi hanno detto. E da dove viene? Da fuori Milano.
Oggi posso dire che quello che provai allora era un buon senso di
minaccia".
Ma altri sentimenti entrano in gioco in una relazione tutta da
costruire, come la gelosia. "Con i giochi i miei sono stati
sempre parchi. - prosegue Davide -. Il mio gioco piu' grande era
Sapientino e nei giochi al computer per battere il mostro dovevo
completare la sequenza logica di un test di matematica, niente
calci e pugni. Con Alessio invecee' arrivato un tir di giochi, e
prima di lui ho visto quanto era alta la sua gru!".
Nell'accogliere una nuova persona in famiglia dunque c'e' "uno
sforzo affettivo". "C'e' poca intimita' perche' non c'e' crescita
parallela. - racconta Davide - Alessio e' arrivato quando io ero
in prima media. E anche oggi l'abbraccio non viene spontaneo".
Eppure conclude "se dovessi pensare al momento di crescita e
formazione piu' importantedella mia vita e' stata l'affido".
(Wel/ Dire)