(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 9 nov. - 'Di chi e' questo
spazio? Un po' anche mio!", e' l'opuscolo che riporta i primi
risultati della rivelazione condotta nella primavera 2009.La
pubblicazione e' rivolta alle scuole che hanno partecipato e si
pone come "prima restituzione dei dati raccolti" e come "segno di
considerazione per i ragazzi che vi hanno preso parte".
Sono stati ben 21.527, infatti, gli alunni e gli studenti che
hanno composto il campione d'indagine, distribuito in 40 Province
e rappresentativo a livello nazionale e regionale.
La ricerca, condotta dal Centro nazionale e dal ministero del
Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, ha coinvolto
studenti della prima e terza classe della scuola secondaria di
primo grado e della seconda classe della scuola secondaria di
secondo grado, che hanno risposto a un questionario composto per
lo piu' da domande "chiuse", presentato ai ragazzi dopo un
percorso condiviso di valutazione e avvicinamento.
I temi toccati dalle 188 domande del questionario sono stati:
amici, partecipazione in famiglia, vita a scuola, attivita'
sportive, uso della rete, partecipazione ad associazioni, vita
nella zona di residenza, diritti dei ragazzi e delle ragazze
(compresa la conoscenza della Convenzione sui diritti del
fanciullo), informazioni generali, valutazione del questionario;
in chiusura, uno "spazio aperto" a consigli e osservazioni libere
e spontanee.
"Abbiamo voluto indagare non solo il grado di partecipazione -
spiega Valerio Belotti, sociologo dell'Universita' di Padova e
coordinatore del progetto - ma come i ragazzi percepissero la
loro importanza nei vari ambiti della vita quotidiana, con
particolare attenzione alle modalita' dei loro processi
decisionali". Qualcosa che, "non solo in Italia, non e' mai stato
fatto prima, visto che i ragazzi sotto i quindici anni vengono
intervistati solo come soggetti di consumo e mai per conoscere il
loro punto di vista".
Belotti fornisce anche qualche prima indicazione desumibile dai
risultati, che a breve saranno elaborati e commentati in un
Quaderno del Centro nazionale. "In maniera un po' sorprendente,
gli spazi di costruzione delle decisioni con i genitori sono
molto alti - dice - Ci saremmo aspettati maggiori conflitti, ma
dalle risposte dei ragazzi emerge l'esistenza di un confronto
attivo e positivo con la famiglia e gli amici". Invece gli ambiti
"nei quali le decisioni sono meno frutto di decisioni collegiali
risultano quello sportivo e quello scolastico, che appaiono
improntati al principio della subordinazione verso allenatori,
professori e adulti in genere". Soprattutto la scuola, dalle
risposte raccolte, "appare come un ambito di lavoro, nel quale i
rapporti di potere sono gia' decisi e i ragazzi si preparano e
sottostanno ad una serie di regole fissate dagli adulti". Per
quanto riguarda i diritti, osserva il sociologo, "non li
conoscono anche se spesso hanno cognizione dell'esistenza della
Convenzione di New York: tuttavia sono ben consci dei livelli
critici di rispetto dei loro diritti negli ambiti decisionali".
Il percorso della ricerca ha messo anche in luce altri aspetti
sorprendenti. Per esempio, "abbiamo costruito il questionario e
abbiamo continuato a limarlo perche' temevamo che potesse essere
troppo lungo e potesse generare cali di attenzione e peggiorare
il tasso di risposta". Invece, "i ragazzi si sono confermati piu'
affidabili degli adulti nella compilazione di un questionario -
dice Belotti - La percentuale di domande senza risposta e' stata
bassissima, anche in quelle posizionate alla fine, segno che
l'attenzione e' rimasta costante". Piu' in generale, poi, "alunni
e studenti sono apparsi molto interessati, soprattutto perche'
avevano ben chiaro che quello che interessava piu' di tutto era
la loro opinione".
L'opuscolo, che anticipa il Quaderno di approfondimento, "vuole
dimostrare che e' possibile raccogliere le opinioni e le idee di
ragazzi e ragazze senza rivolgersi in modo obbligato agli
insegnanti se non ai genitori, come invece troppo spesso accade".
E poi "abbiamo voluto portare nel dibattito sulle iniziative a
favore delle ragazze e dei ragazzi quanto essi stessi dicono
delle loro esperienze quotidiane in modo che se ne possa tener
conto". "Auspichiamo - conclude Valerio Belotti - che questo
lavoro possa contribuire a far riconoscere sempre piu' agli
adulti la necessita' e l'importanza di prestare ascolto alle
esigenze e ai punti di vista di chi e' gia' un cittadino, anche
se non ancora maggiorenne".
(Wel/ Dire)