(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 5 nov. - Il segreto per
diventare un super secchione e' quanto mai scontato: bisogna
studiare tanto. Ma non solo in classe. Anche perche' "la scuola
puo' appassionarti ad una materia, ma a lezione non c'e' il tempo
per arrivare ai massimi livelli", spiega Stefano Paesani che
quest'anno ha partecipato come studente del liceo Righi di Roma
alle olimpiadi internazionali di Fisica a Zagabria rientrando
nella categoria medaglie di bronzo e che e' stato premiato dal
ministro Mariastella Gelmini a Roma, con la possibilita' di fare
un periodo di studi pagato in una universita' italiana o estera.
"I programmi, purtroppo- commenta Stefano, che ora e'
all'universita'- sono un po' vecchi e si possono fare le cose di
base. Gli insegnanti comunque ce la mettono tutta per farci
piacere le materie, ma per arrivare a competere con gli studenti
di altri paesi che hanno standard diversi dai nostri bisogna
aprire molti libri a casa. Io dico che bisogna lavorare su delle
competenze di base uguali per tutti, ma aiutare anche le
eccellenze a valorizzarsi. Ora io studio alla Normale di Pisa e
voglio fare ricerca, penso che andro' all'estero".
Federico, 16 anni, capellone con l'apparecchio, anche lui e'
studente del Righi di Roma e ha partecipato alle olimpiadi
internazionali di matematica grazie al progetto di valorizzazione
delle eccellenze del ministero. "Grazie alla commissione che
prepara alle olimpiadi- racconta- ho potuto frequentare dei corsi
alla Normale di Pisa, entrare in una istituzione importante. È
li' che vorrei studiare dopo il liceo".
Giulia invece viene da Busto Arsizio, ha 16 anni anche lei, ed
e' una delle sole due ragazze premiate stamattina a Roma. La sua
specialita' sono le Scienze della Terra "grazie all'interesse che
ha fatto nascere in me una docente delle medie. Faro' una
facolta' scientifica- annuncia sicura- anche perche' penso che
aiuti di piu' a trovare lavoro. Dispiace che le ragazze
partecipino poco alle gare internazionali, ma e' un problema
culturale. Credo che le donne si autolimitino pensando che sia
una cosa per ragazzi, che l'impegno che richiedono le
competizioni non faccia per loro. Magari fanno anche piu' fatica
a svincolarsi dai legami familiari".
(Wel/ Dire)